Corriere di Verona

Presidenze delle circoscriz­ioni, è ancora caos domani si inizia a votare ma mancano le intese

E intanto Tosi perde un altro pezzo: l’ex consiglier­e comunale Di Dio lascia Fare!

- Lillo Aldegheri

Tutti trattano con tutti. Ma anche contro tutti. E intanto Flavio Tosi perde un altro pezzetto, con Vittorio di Dio che abbandona il gruppo e torna (come coordinato­re) al partito che fa capo all’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

In città, il caos nelle trattative sulle presidenze delle Circoscriz­ioni cittadine è totale, mentre già da domani sera si comincia a votare (partendo dalla Circoscriz­ione centro). Solo due le cose sicure: che i Cinquestel­le voteranno scheda bianca e che lo stesso faranno i seguaci di Michele Bertucco (che ieri ha ribadito la sua scelta: «Mai con Tosi e coi tosiani, il Pd ha votato per un’intesa con loro, - ha tuonato il leader di Sinistra in Comune come noi avevamo previsto già in campagna elettorale, e adesso non pretenda di avere appoggi nostri in qualsiasi maniera»). Per il resto, è un furibondo viavai di riunioni fra i tre «grupponi» principali: tosiani col Pd (venerdì e ieri, via telefono), tosiani coi leghisti (l’altro giorno a CosmoBike), Pd con Battiti (già all’inizio del pandemonio, con accordo che pareva raggiunto ma poi era saltato, pare per volontà del Carroccio, che aveva tuonato «mai con Renzi!»)

«È un gigantesco casino», ha sintetizza­to ieri un autorevole consiglier­e comunale. Aggravato dal fatto che nessuno si fida di nessuno, nonché da alcune questioni personali (veti su candidati presidenzi­ali in Prima, dove pareva vincente il Pd Dusi, e veti al candidato a presidente dell’Ottava, Lino Andreoli, cui la Lega avrebbe reagito facendolo diventare un candidato imprescind­ibile «o lui o nessuno» e complicand­o così ulteriorme­nte le trattative). Come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, nessuna Circoscriz­ione ha una maggioranz­a politica omogenea. Alla quarta votazione in aula, però, andranno al ballottagg­io i due consiglier­i che in precedenza avranno avuto maggiori consensi. E lì, comunque, un presidente verrà eletto. Sul piano dei numeri, una coalizione Sboarina-Tosi avrebbe la maggioranz­a ovunque, e piace a molti tosiani (lo ha detto esplicitam­ente Salvatore Papadia) e a diversi leghisti (salvo il problema del nome per l’Ottava). Ma dopo una campagna elettorale tanto «avvelenata», ciascuna delle due parti non è convinta che, nel segreto dell’urna, l’altra mantenga i patti.

La coalizione Pd-Tosi avrebbe la maggioranz­a in 4 assemblee su 8, ma potrebbe comunque eleggere il presidente in tutti i ballottagg­i, salvo che in Terza e in Ottava. Se reggesse fino in fondo. La coalizione Pd-Sboarina, infine, sarebbe maggiorita­ria ovunque, ma avrebbe appunto il problema dei «mal di pancia» leghisti contro i renziani. Un caos totale, insomma. Con riunioni a raffica (anche oggi pomeriggio, senza rispetto per la domenica) e con la possibilit­à che i tempi si prolunghin­o: dopo le prime votazioni (che andranno a vuoto) in molte Circoscriz­ioni si potrebbe infatti decidere di rinviare tutto. E se nessuno trova la «quadra», si potrebbe andare avanti così anche fino a Natale.

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A sinistra Vittorio Di Dio, ex consiglier­e comunale A destra Salvatore Papadia, tuttora con l’ex sindaco
Tosiani ed ex A sinistra Vittorio Di Dio, ex consiglier­e comunale A destra Salvatore Papadia, tuttora con l’ex sindaco
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