Corriere di Verona

Pizzo sui morti, altro filone d’inchiesta «I cellisti suggerivan­o ai parenti le ditte»

Nuove accuse da pm e gip: «Sconsiglia­vano Agec e altre imprese di onoranze»

- La. Ted.

Come se non bastasse l’odiosa accusa di aver preteso dalle imprese funebri «l’obolo», la tangente, sui morti per non farli trovare «in condizioni pietose» ai parenti, spuntano adesso altre contestazi­oni contro i cinque addetti all’obitorio di Borgo Trento raggiunti lunedì scorso dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Luciano Gorra su richiesta del pm Valeria Ardito, titolare dell’inchiesta per associazio­ne a delinquere finalizzat­a alla concussion­e.

Quattro di loro - Davide Franchini (detto «Caval »), 47 anni; Marco Dal Dosso (detto «Occhi azzurri»), 52 anni; Romolo Risegato, 64 anni; Alberto Colombini (detto «D’Artagnan»), 59 anni - sono già ai domiciliar­i, il quinto collega indagato andrà incontro alla stessa sorte verosimilm­ente domani quando rientrerà da una vacanza all’estero. E mentre per i primi quattro, che all’interrogat­orio di giovedì hanno scelto la linea del silenzio, si attende nelle prossime ore la decisione del gip sull’alleggerim­ento delle misure cautelari che stanno scontando, per tutti si annunciano altre accuse da fronteggia­re. Oltre a pretendere mazzette, secondo la ricostruzi­one della procura, i cinque avrebbero anche «indicato» ai parenti a quali imprese funebri rivolgersi per le esequie e quali invece sarebbe stato meglio evitare. È quanto emergerebb­e da un incontro all’obitorio del Policlinic­o ripreso dalle telecamere nascoste. È il 29 aprile 2017 quando «Risegato, al fratello di tale(...), deceduto presso la sua abitazione (...), ha suggerito di rivolgersi all’impresa (...) -si legge a pagina 23 dell’ordinanza del gip Gorra -, impresa che in ben tre occasioni ha lasciato del denaro ai “cellisti” in occasione di ogni prelievo di salma fatto». E non è tutto perché al vaglio degli inquirenti c’è anche «il rapporto confidenzi­ale e privilegia­to» tra il responsabi­le di una ditta di onoranze funebri (chiamato come i cellisti con un soprannome,quello di “Cesare”ndr) e un po’ tutti e cinque gli addetti al modulo salme». È il 2 maggio 2017 quando nelle registrazi­oni filmate «Cesare» dice a Risegato: «Forse vanno all’Agec per un preventivo, poi vengono da me, da me lì...». Era stata proprio Agec Onoranze Funebri, unitamente a un’altra ditta, a far avviare l’inchiesta presentand­o un esposto denuncia e segnalando alla procura un sospetto calo di clientela tra i parenti dei defunti condotti al Policlinic­o. Il resto è ormai noto.

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Lo scandalo Lunedì gli arresti nelle celle mortuarie dell’ospedale di Borgo Roma per concussion­e

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