Corriere di Verona

Hetemaj evita la sconfitta a Marassi

A Marassi, dopo il vantaggio del Genoa con Laxalt, Maran inserisce Pellissier con Birsa rifinitore: la squadra gira meglio e segna Hetemaj su assist di Castro

- Sorio

Stavolta il golden boy Pellegri non incide e il Chievo ferma il Genoa a Marassi, nonostante lo svantaggio al 62’ firmato da Laxalt. Undici minuti dopo Hetemaj ha risposto: ed è pari finale.

Il quinto punto stagionale (nel 2015/16 e 2016/17 furono 10, dopo cinque turni, ma questo calendario non aiutava) è grattato via un po’ così, in tono minore. Nel senso che per un’ora, il Chievo sembra Godot, lo aspetti e non arriva. Poi però arriva, sì, aiutato magari dal ritorno, in corso d’opera, all’abito vecchio, quello solito, cioè Birsa dietro le due punte e Castro interno.

Uno a uno a Marassi, allora, senza giocare al top, ma bollando la tigna da squadra solida, che se vuole sa riconoscer­e se stessa. Giusto, peraltro, il pari, se badiamo ai tiri in porta (4-4) e alle occasioni da rete (8-8). A grattare il gettone in casa Genoa, dunque, è un Chievo che parte quasi fotocopia di quello anti-Atalanta. Per uomini, turnover giusto in retroguard­ia, dentro Dainelli Gamberini, mentre l’assenza di Gobbi è tamponata da un buon Cacciatore e, di là, l’onesto Tomovic. Per modulo, sempre 4-3-1-2. Per pedine davanti, Maran bissa l’esperiment­o di Castro trequartis­ta con Birsa avanzato (cosa che sembra giovare più al primo che al secondo).

Poca verve, va detto, nell’incipit clivense. Si corre più del Genoa, ma perché è soprattutt­o il Genoa a manovrare, sebbene in modo sterile, demerito suo e merito dell’organizzaz­ione pandorata: quella difensiva, con Dainelli e Gamberini, 38 e 36 anni, di mestiere sul 16enne Pellegri, e le catene laterali (Tomovic-Bastien e Cacciatore-Hetemaj, entrambe poco rodate) a tenere su Laxalt e Lazovic. Lì, insomma, tutto bene. La fase offensiva, invece, non ricorda i giorni migliori: Birsa è un po’ meno Birsa nel fare la punta, Castro non imprime svolte, semmai ripiega sempre bene, un po’ come Bastien, mentre Inglese è contenuto da Rossettini. Basta pensare a quel che dice l’intervallo, del resto: un tiro appena, peraltro una preghiera, di Cacciatore al 1’, poi, per tutta la frazione, soltanto approcci, all’area. Non che il Genoa metta paura, anzi. Semmai, ci mette della grinta in eccesso, ma si sapeva, è la squadra più fallosa di A. Squilli per Sorrentino? Uno soltanto, da Brlek, poi una girata, griffata Lazovic, alta di poco. Fin lì, partita bruttina, ingolfata, pure sporca.

Siccome il Genoa è sott’acqua, Juric cerca una scossa, all’intervallo, variando subito: Taarabt e Rosi. È un Genoa, così, più propositiv­o. E allora pure Maran muta qualcosa: Depaoli (esordio stagionale) per Bastien. Un po’ si desta Inglese. Ma il Genoa ha un’altra marcia. E dalla pressione ricava l’1-0 di Laxalt, bravo a beffare Depaoli e Sorrentino. Poco prima del 70’, la virata: Maran chiama Pellissier (che in area si fa subito sentire), rimette Birsa rifinitore e arretra Castro – com’era tradizione – a interno destro. Sarà un caso, forse no, di fatto è un Chievo più vicino a se stesso. L’effetto? Prima, un colpo di testa di Pellissier. Poi, una punizione di Birsa. Infine il pari, di Hetemaj, lesto a inserirsi su invito delizioso di Castro. È un colpo, l’1-1, che il Genoa accusa. Tanto che, su botta di Radovanovi­c, di lì a poco, quasi Pellissier trova il tempo del tap-in (bravo Zukanovic). Anzi, il capitano, in extremis, è pure solo davanti a Perin, ma l’incrocia fuori, col sinistro. Se entrava, sarebbe stato un blitz: meritato, però, solo guardando all’ultima mezzora del Ferraris.

 ??  ?? Gioia dopo il gol Hetemaj, a terra, festeggiat­o dai compagni subito dopo la sua rete che ha regalato un punto al Chievo ed evitato la sconfitta a Marassi
Gioia dopo il gol Hetemaj, a terra, festeggiat­o dai compagni subito dopo la sua rete che ha regalato un punto al Chievo ed evitato la sconfitta a Marassi

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