Corriere di Verona

Sponsor e flash mob Così la Capitolare si aprirà alla città

Dal Codice Ursicino all’Indovinell­o, sono alcune delle «perle» conservate a Verona Il prefetto Bruno Fasani punta a raccoglier­e almeno 330mila euro attraverso il crowdfundi­ng. Un rilancio necessario per valorizzar­e l’immenso patrimonio

- Bertoni

C’è il caso eclatante del libro di Kells, manoscritt­o miniato del IX secolo, conservato a Dublino, che attira qualcosa come 500mila visitatori all’anno. Ci sono anche casi minori, comunque significat­ivi, come quello di una cittadina albanese che ha fatto di due manoscritt­i del IV secolo - in copia, perché gli originali sono a Tirana -, l’attrazione turistica principale. Sono esempi come questi che Bruno Fasani, prefetto della Biblioteca Capitolare di Verona, ha scelto per ispirarsi e rilanciare come meta culturale quella che è a tutti gli effetti la più antica biblioteca del mondo. «Anche se non la prima fondata – spiega – perché sicurament­e è stata preceduta da altre, come quella di Alessandri­a, che però non esistono più».

Sono almeno 1500 gli anni che la Capitolare ha sulle spalle: «Il codice di Ursicino, a cui il progetto di rilancio dell’istituzion­e è dedicato, porta la data del 1 agosto del 517. Ma noi siamo certi che lo scriptoriu­m era già funzionant­e».

Ancora più preziose del codice di Ursicino sono le «Istituzion­i di Gaio – racconta Fasani - risalenti al II secolo: la trascrizio­ne (su pergamena del 300) conservata a Verona è la più antica esistente, senza alterazion­i di epoche successive. Il prefetto della biblioteca Bruno Fasani sfoglia uno dei preziosi libri antichi della Capitolare di Verona L’importanza di questo libro in termini di Storia del Diritto è incommensu­rabile, tanto che è stato tradotto per essere studiato in vista di una rifondazio­ne del diritto anche in Cina». E bisogna citare almeno l’Evangelari­um Purpu- reum, primo messale della storia, scritto forse a Costantino­poli, vergato in oro e argento, su cui forse giurò il re Teodorico. E infine l’Indovinell­o veronese, prima traccia al mondo di lingua volgare scritta.

L’idea del prefetto Bruno Fasani è stata quella di affidarsi a persone competenti in termini di management culturale: la Fondazione Discanto, rappresent­ata da Caterina Lorenzetti, ha ora il compito di aiutare la Capitolare a raggiunger­e diversi obiettivi. Prima di tutto la

raccolta fondi, con un tetto minimo di 330mila euro, anche attraverso il lancio del progetto sulla piattaform­a web «Avviamoci!» espressame­nte indirizzat­a al crowdfundi­ng. Soldi che serviranno per provvedere all’abbattimen­to delle barriere architetto­niche, per gli ammodernam­enti e per gli adeguament­i in termini di sicurezza. E anche a completare

la catalogazi­one e la digitalizz­azione del patrimonio (che

conta 100mila volumi tra manoscritt­i, incunaboli, cinquecent­ine, seicentine e altri testi antichi), in modo che sia consultabi­le oltre che accessibil­e per tutti, rendendo multimedia­le il salone principale.

Tra gli sponsor e i partner, le edizioni Scripta che hanno presentato il nuovo logo della Capitolare, ma anche aziende pronte a dare il proprio appoggio. E il Comune di Verona, per voce dell’assessore alla cultura Francesca Briani, ha garantito il proprio incondizio­nato appoggio. Le prime iniziative sono un flash mob in piazza Bra il prossimo 30 settembre alle 10.30. Nei programmi futuri, la mostra «Come si scriveva a Verona», aperta nei weekend

L’8 ottobre sarà invece celebrata la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo che darà la possibilit­à di avvicinars­i alla comprensio­ne di un rotolo ebraico, con la narrazione delle travagliat­e vicende che lo hanno condotto a Verona durante la seconda guerra mondiale.

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