Propaganda scorretta a favore del Sì Comuni nel mirino del Corecom
Esposti a raffica di Ruzzante (Mdp). Base M5s divisa sull’appoggio al referendum
Tra esposti al Corecom, parallelismi con ciò che sta accadendo in Catalogna (dieci ministri del governo locale arrestati, 10 milioni di schede destinate al referendum indipendentista sequestrati) e mugugni insistenti nella base dei Cinque Stelle, s’infiamma la campagna elettorale per il referendum del 22 ottobre sull’autonomia.
Piero Ruzzante, consigliere regionale di Mdp, attacca: «Non si è mai vista una competizione dopata in questo modo: oltre al milione e 200 mila euro dei veneti spesi dalla Giunta Zaia, ora ci si mettono anche i Comuni con una scorrettezza dietro l’altra. Ma che storia è mai questa?». E quindi via con le segnalazioni al Corecom: a Tombolo il Comune ha dato il patrocinio ad una partita di calcetto per il Sì, a San Giorgio in Bosco i manifesti per il Sì sono comparsi all’interno del municipio, a Musile di Piave la giunta ha approvato una delibera per l’affissione di uno striscione e di alcuni manifesti. In tutti e tre i casi le amministrazioni sono leghiste e in tutti e tre i casi, riferisce Ruzzante, «il Corecom ha verificato la fondatezza delle mie segnalazioni». E se a San Giorgio in Bosco l’autorità di garanzia regionale ha archiviato il caso dopo che il Comune ha rimosso i manifesti e lo stesso ha fatto a Tombolo dopo che il Comune ha ritirato il patrocinio, a Musile, «per la prima volta, il Corecom ha trasferito gli atti all’Agcom - spiega il consigliere Mdp - chiedendo di emanare una sanzione che potrebbe arrivare all’obbligo per i componenti della giunta di risarcire di tasca loro quanto previsto dalla delibera». Ruzzante avverte: «Segnalerò tutto». E infatti poco dopo ecco che parte un quarto esposto, stavolta riferito a Cittadella (altro feudo della Lega), dove il comitato per il Sì ha esposto uno striscione ai cancelli del consiglio comunale.
Intanto si attende il verdetto del tribunale civile di Venezia sul ricorso presentato da Dino Bertocco e Marcello Degni, che già avevano presentato senza fortuna un ricorso al Tar (l’udienza si è tenuta martedì,
il verdetto è atteso in queste ore) mentre Paolo Benvegnù, segretario regionale di Rifondazione Comunista, fa sapere che il suo partito risulta sì iscritto nell’elenco del Corecom come «contrario» al referendum ma «questa contrarietà
non va intesa come No all’autonomia, bensì come No al referendum strumentale di Zaia e dunque come astensione». Sembrava strano che in Veneto si trovasse qualcuno disposto a combattere la solitaria battaglia a favore del centralismo. In realtà si è trattato di un tattica per avere accesso agli ampi e numerosi spazi riservati dalla par condicio al No, visto l’affollamento dall’altra parte della barricata. Con la precisazione di Benvegnù, quindi, oggi si può dire che in Veneto non c’è una sola voce contraria all’autonomia. La distinzione esiste solo tra chi andrà e chi non andrà a votare al referendum.
Un dilemma che, a quanto pare, sta agitando la base a Cinque Stelle. Le chat ribolliscono perché in molti, nell’ala ortodossa, chiedono in quale sede si sia mai deciso di schierarsi a favore del referendum autonomista, visto che non si ricordano né assemblee né votazioni, né nella vita reale né in quella virtuale del Blog di Grillo o di Rousseau: «Chi ha deciso la linea da tenere? Chi ha stabilito di schierarsi al fianco di Zaia e della Lega?». I dirigenti, però, sono granitici: quando si tratta di consultare i cittadini, il Movimento Cinque Stelle non ha dubbi e i referendum, siano essi abrogativi, consultivi, propositivi o approvativi, vanno sempre sostenuti. Poi c’è la fascinazione da sempre subita da Gianroberto Casaleggio per il modello di governo svizzero, tra i più marcatamente federalisti d’Europa con i Cantoni, «sicché davvero non si poneva il problema di fare assemblee, la linea è chiarissima dai tempi della fondazione del Movimento».
Infine, dal fronte leghista, si registrano reazioni furiose rispetto a quel che sta accadendo in Catalogna, dove in vista dell’annunciato referendum indipendentista del primo ottobre è altissima tensione tra il governo regionale e quello nazionale. «Stiamo assistendo ad una delle peggiori pagine della storia della democrazia in Europa» tuona Luca Zaia, mentre per Roberto Ciambetti «la democrazia non deve essere messa in discussione sotto il ricatto del tintinnar di sciabole e di manette». Oggi gli indipendentisti guidati da Antonio Guadagnini organizzeranno un sit-in di protesta davanti al consolato spagnolo di Venezia.