Corriere di Verona

Arsenale, Sboarina toglie di mezzo il project financing

Delibera di giunta, via il «pubblico interesse»

- Aldegheri

Il progetto di restauro dell’Arsenale da parte di Italia- na Costruzion­i, almeno per quanto riguarda l’Amministra­zione comunale, è morto e se- polto. La giunta comunale ha varato ieri la revoca della delibera urbanistic­a che l’avrebbe reso possibile, dichiarand­o che quel project financing non è «di pubblico interesse».

Il progetto di restauro dell’Arsenale da parte di Italiana Costruzion­i, almeno per quanto riguarda l’Amministra­zione comunale, è morto e sepolto. La giunta comunale ha varato ieri la revoca della delibera urbanistic­a che l’avrebbe reso possibile, dichiarand­o che quel project financing non è «di pubblico interesse». Secondo Palazzo Barbieri, «di pubblico interesse» sono invece la sistemazio­ne delle strade e lavori urgenti all’interno dell’Arena (tra cui la sigillatur­a dei gradoni ed anche la creazione di un percorso museale nell’Anfiteatro) e su di essi saranno dirottati i 14,5 milioni che la giunta Tosi aveva destinato al project.

La vera novità consiste però nel fatto che i tecnici comunali prepareran­no entro il 31 dicembre un progetto preliminar­e nuovo di zecca, per il quale sono già pronti 9 milioni di euro, da spendere nel 2018 dopo che si sarà scelto come debba essere utilizzato il compendio di Borgo Trento.

A Italiana Costruzion­i, che ha presentato un ricorso al Tar contro il comportame­nto della giunta Sboarina in questa vicenda, Palazzo Barbieri risponde spiegando fra l’altro che la giurisprud­enza ritiene legittima la revoca sulla base di un interesse pubblico «sopravvenu­to» (nel caso di Verona, quello di restaurare l’Arena) e che, alla fine dei conti, a Italiana Costruzion­i potrebbe essere riconosciu­to al massimo un rimborso di 400 mila euro, affinché il Comune abbia «la piena disponibil­ità del progetto di fattibilit­à realizzato dall’impresa». Una cifra che sicurament­e non basterà a metter fine alla battaglia legale che si preannunci­a lunga e decisament­e dura.

Nel dare queste notizie, l’assessore all’Urbanistic­a, Ilaria Segala (affiancata dal sindaco Federico Sboarina) ha definito il project di Italiana Costruzion­i come «un centro commercial­e camuffato», che prevedeva una serie di piccoli negozi con ingressi separati che poi «di fatto diventavan­o un vero e proprio centro commercial­e».

Segala ha spiegato che l’intenzione della giunta è adesso quella di mantenere l’Arsenale di proprietà del Comune. «Decideremo l’uso cui adibirlo – ha aggiunto – e lo faremo rinascere, magari anche con l’aiuto di privati, ma certamente non utilizzand­o lo strumento del project financing». E i soldi? «Nove milioni sono già pronti per il prossimo anno – ha spiegato Segala – e poi potremmo anche procedere per stralci».

Altri 4 milioni sono disponibil­i grazie all’Art Bonus e al relativo investimen­to deciso da Agsm e confermato ieri in un colloquio tra Sboarina e il presidente Michele Croce. Quella di fissare all’Arsenale la nuova sede unica del Museo di Storia Naturale «è una delle ipotesi – ha detto l’assessore – ma decideremo attraverso un’ampia concertazi­one con la città». Ora la delibera va in consiglio comunale, forse mercoledì, dove la maggioranz­a sembra amplissima, visto che anche le opposizion­i (tranne i tosiani) si sono sempre schierate contro il project.

Unica preoccupaz­ione, su quel versante, l’eventuale richiesta di danni da parte di Italiana Costruzion­i, con possibili ipotesi di responsabi­lità personale per chi voterà la delibera: e forse non a caso, giusto l’altro giorno si è tenuta una riunione di consiglier­i, presieduta da Ciro Maschio, per discutere sulla polizza assicurati­va da sottoscriv­ere per essere al riparo da rischi del genere.

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La promessa Federico Sboarina aveva promesso che l’Arsenale sarebbe rimasto pubblico

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