Cellisti, i racconti delle ditte che pagavano
L’inchiesta sul pizzo all’obitorio del Policlinico. «Così ci estorcono il denaro»
«A Borgo Roma di fatto i cellisti ci estorcono del denaro». A parlare è uno degli impresari funebri ascoltati dal pm Valeria Ardito durante le indagini sfociate negli arresti domiciliari per cinque addetti alle celle mortuarie del Policlinico che avrebbero preteso per anni il pizzo dalle ditte di onoranze. E, stando ai racconti delle ditte , chi non versava l’«obolo», sarebbe stato «punito» col «dispetto» di vedersi consegnare dai cellisti le salme «in condizioni penose».
«A Borgo Roma di fatto i cellisti ci estorcono del denaro». A parlare è uno degli impresari funebri ascoltati dal pm Valeria Ardito durante le indagini sfociate due lunedì fa nell’esecuzione dell’ordine di arresto domiciliare contro cinque addetti alle celle mortuarie del Policlinico che avrebbero preteso per anni (pare almeno dal 2000) il pizzo dalle ditte di onoranze. E, stando ai racconti delle ditte «costrette» a pagare, chi non versava l’«obolo», i 30-50 o 100 euro in nero, sarebbe stato «punito» col «dispetto» di vedersi consegnare dai cellisti le salme «in condizioni penose », la bocca spalancata, occhi sbarrati, braccia rigide.
«Sulla scorta della nostra attività abbiamo spesso a che fare con le celle mortuarie di Borgo Trento e Borgo Roma. Di fatto - ha spiegato un impresario - a Borgo Trento non ci sono problemi con i cellisti mentre invece a Borgo Roma di fatto i cellisti ci estorcono del denaro, ogniqualvolta vi è il prelievo di una salma per il funerale. Di fatto la somma richiesta è di 30 euro, di cui 5 asseriscono essere per il prete che fa la benedizione prima della partenza delle esequie. Ho usato il termine “estorcere” in quanto se si salta la dazione il cellista di turno ti fa capire che le salme non vengono curate adeguatamente e rischi di trovarle con la bocca aperta o comunque non degnamente presentabili ai dolenti»
Ancora: «In particolare il cellista di nome Romolo (Risegato, ndr), se saltiamo qualche pagamento, ci dice che abbiamo saltato la benedizione mentre Davide (Franchini,
ndr) ci ricorda che a suo dire ha solo il compito di vestire le salme e rischiamo di trovarle con la bocca aperta. Visto che la salma ci viene messa a disposizione solo un’ora prima della partenza, orario in cui sono già presenti i familiari, siamo costretti a pagare per evitare brutte figure con i parenti. Di fatto la somma data ai cellisti viene inserita nel costo del funerale sotto “altre voci”».
E un collega aggiunge: «Io lavoro nel settore dal 2000 e da subito, per avere delle salme presentabili, è stato necessario pagare i cellisti di Borgo Roma; anche se nel frattempo ci sono stati avvicendamenti e pensionamenti; i nuovi arrivi sono stati subito indottrinati a tale comportamento illecito, anche se una volta erano sicuramente meno insistenti nelle richieste. Allo stato dei fatti il cellista di nome Davide è sicuramente il più insistente di tutti e ti fa capire chiaramente la necessità di pagare per avere un servizio decente».
Non solo: nell’esposto con cui il legale rappresentante della ditta Onoranze Funebri Fratelli Bona ha messo il moto l’indagine della magistratura, si punta il dito contro «i cellisti di Borgo Roma che - riporta l’ordinanza del gip Luciano Gorra - oltre a dirottare i funerali, contrariamente al regolamento interno, all’impresa (...) gestita da ..., soggetto che spesso staziona contro il regolamento all’interno degli uffici per accaparrarsi i clienti, gli stessi cellisti si fanno anche pagare una tangente di 50-60 euro a defunto dalle imprese funebri per ricomporre le salme in modo decente, operazione che rientra invece nei loro compiti istituzionali, pena scene indecenti che lo stesso (l’autore dell’esposto, ndr) documentava con alcune fotografie». Inoltre, nella segnalazione-denuncia dell’impresa Bona, «si fa esplicitamente riferimento a Davide Franchini, quale autore diretto del “suggerimento”» sulle aziende a cui rivolgersi».