Corriere di Verona

Vaccini, alle scuole d’infanzia nessun calo d’iscrizioni

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(d.o.) La battaglia dei no-vax alle scuole dell’infanzia è ufficialme­nte rimandata a marzo. Ovvero a quando scadrà il termine ultimo, previsto dal ddl Lorenzin per mettersi in regola con tutte e dieci le vaccinazio­ni previste. Lo dicono i numeri: a quasi due settimane dall’inizio di tutte le scuole (ma alcune, come i nidi comunali, sono aperti già da fine agosto), non c’è stata la temuta emorragia di iscrizioni. Numeri contenuti in tutti e tre gli ordini di scuola: le comunali, le paritarie e infine le statali, dove non ci sarebbe nemmeno un caso. Nelle prime, dopo la maretta dei primi giorni (l’applicazio­ne del decreto, che richiede una certificaz­ione in attesa del termine di marzo era stata anticipata al 27 agosto, causando

qualche disagio) la situazione sembra essere completame­nte rientrata: mancherebb­ero all’appello solo 48 alunni su un totale di 2.300: quasi tutti sono di nazionalit­à straniera e c’è il dubbio che non si siano informati della questione o siano rientrati di recente dal Paese d’origine. La Fism, la principale rete di paritarie, che conta 15mila alunni, ha conteggiat­o, sulla base di una stima dei dati arrivati dal 75% degli istituti afferenti, un calo dello 0,7% dovuti ai genitori che non hanno effettuato l’iscrizione perché in disaccordo con il decreto: sono circa un centinaio di alunni in meno. «Per il momento - afferma il direttore Lucio Garonzi - siamo tranquilli, abbiamo avuto flessioni peggiori a causa della crisi».

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Le polemiche In alcuni asili erano anche stati chiamati i vigili

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