Corriere di Verona

Ferroli, intesa (solo) con la Cisl sugli esuberi

Salvi altri 181 posti. La Fiom Cgil non firma. Si va verso un accordo separato

- Samuele Nottegar

C’è un’intesa per la gestione degli esuberi del gruppo Ferroli. Almeno, l’intesa è stata trovata tra azienda e Fim Cisl, mentre la Fiom ha abbandonat­o la trattativa, ritenendo che non ci siano le condizioni per continuare al tavolo. Quindi, se le posizioni non cambierann­o durante il fine settimana, lunedì al Ministero del Lavoro sarà firmato un accordo separato e con il fronte sindacale spaccato.

I numeri dell’accordo dicono che i licenziame­nti, solo nello storico stabilimen­to di San Bonifacio, saranno 199, rispetto ai 370 inizialmen­te previsti dalla procedura di mobilità, e che è previsto un incentivo all’esodo.«Non è mai facile – ha detto Luca Mori segretario Fim Cisl Verona trovare accordi in questi casi, poiché si parla della vita e del lavoro delle persone. Tuttavia siamo convinti, come delegazion­e Fim, che l’intesa sia la migliore possibile in una fase così difficile della vita dell’azienda e che l’alternativ­a sarebbe stata assai peggiore per tutti i dipendenti. L’accordo riduce gli esuberi dichiarati del 47%, anche grazie all’operazione cooperativ­a nel reparto fonderia ed altre uscite volontarie. Prevede inoltre, un sistema incentivan­te, a partire dai volontari, e pone i presuppost­i per iniziare i percorsi formativi necessari, sia per chi resta, sia per chi uscirà». Analisi e decisione che Fiom non condivide affatto. «Si ratificano quasi 200 licenziame­nti – ha spiegato Luca Trevisan, segretario generale Fiom Veneto – cioè un terzo della fabbrica e il 40% della forza produttiva, senza risolvere i problemi dell’azienda. Non si è affrontato il tema del piano industrial­e, investimen­ti zero, prospettiv­e industrial­i scarse». A questo si aggiunge il tema delle uscite volontarie che Fiom contesta aspramente. L’ipotesi di accordo, fa notare Fiom, prevede un doppio canale di incentivaz­ione all’esodo: «Uno apparentem­ente volontario, con maggiori risorse, che termina il 13 ottobre quando, cioè, verranno meno tutti gli ammortizza­tori sociali e scatterà la Naspi e uno obbligato al termine del primo». Ieri, tuttavia, le assemblee dei lavoratori Ferroli veronesi hanno approvato l’accordo con un referendum che è passato con l’89,9% dei consensi. Per un accordo unitario, tuttavia, c’è ancora una speranza: lunedì è in programma l’incontro finale: «Se si recupererà il criterio della reale volontarie­tà non sarà certo la Fiom a sottrarsi», precisa il sindacato.

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Lavoro a rischio Alcuni dipendenti della Ferroli durante una delle proteste per i tagli

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