Corriere di Verona

Migranti e Libia, al cinema Alcione «L’ordine delle cose»

- S.D’A.

Nei giorni della presentazi­one in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, stupì tutti per il sapore di «preveggenz­a» che si respirava guardandol­o. E’ passato quasi un mese e la cronaca prosegue dando ragione al regista padovano Andrea Segre e alla tesi su cui si regge il suo ultimo film, L’ordine delle cose, ambientato tra Padova, la Sicilia e l’Africa. Che cioè in Libia, in nome dei respingime­nti dei migranti, si stia consumando un crimine contro l’umanità. Di questo e della situazione in Africa parlerà alle 20 al cinema Alcione a Verona (via Giuseppe Verdi, 20, tel: 045 840084) il regista Dagmawi Yimer presentand­o il film di Segre.

Yimer, regista di origine etiope ma da anni veronese di adozione, ha iniziato la sua carriera nel 2007 dirigendo Il deserto e il mare, documentar­io realizzato a più mani sull’esperienza della migrazione, vissuta in prima persona. Dopo aver firmato diversi cortometra­ggi, nel 2008 Yimer realizza la sua prima collaboraz­ione con Segre realizzand­o il documentar­io Come un uomo sulla terra, che affronta il tema della migrazione dalla Libia verso l’Italia. L’argomento viene ora ripreso nel nuovo film di Segre in cui Dagmawi Yimer ha ricoperto il ruolo di assistente alla regia, dove viene analizzato il punto di vista di chi lavora per il ministero dell’Interno e cerca quotidiana­mente una soluzione a una situazione sempre più urgente.

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A sinistra una delle immagini simbolo del film di Andrea Segre, L’ordine delle cose, stasera proiezione speciale all’Alcione col regista etiope che ha collaborat­o al film
In scena A sinistra una delle immagini simbolo del film di Andrea Segre, L’ordine delle cose, stasera proiezione speciale all’Alcione col regista etiope che ha collaborat­o al film

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