Corriere di Verona

Polo: «Preventivo esoso per Aida in Russia? Di 500 mila euro inferiore a quello del 2014»

Il sovrintend­ente: «Richiamare tutti al lavoro? Obbligo della Bray»

- Spadaccino

Giuliano Polo, sovrintend­ente della Fondazione Arena, racconta la sua verità sulla mancata trasferta a San Pietroburg­o. «So che il preventivo di 900 mila euro è alto, ma è inferiore rispetto al 2014 quando una bozza di contratto diceva che quella stessa opera costava ai russi 1,4 milioni».

VERONA «Intervengo mal volentieri sulla vicenda della mancata trasferta della Fondazione Arena alla Zenit Arena di San Pietroburg­o. Questa cosa mi ha procurato dispiacere perché sono stati riportati sprazzi di fatti in maniera disarticol­ata». Il sovrintend­ente Giuliano Polo ha deciso di spiegare i motivi che lo hanno indotto a inviare a Kostantin Suchenko, presidente per la Cultura del Comitato di San Pietroburg­o, quell’ormai famoso preventivo da 900 mila euro che ha fatto traballare i russi al punto da far tramontare la tournée. «Il motivo è sempliciss­imo - dice Polo - ed è legato al fatto che la Fondazione Arena è in regime di Legge Bray. Nel piano di risanament­o, da lacrime e sangue, è previsto di ridurre i costi di 4 milioni di euro e 2,4 milioni si ottengono con la sospension­e dell’attività per due mesi, a ottobre e novembre». Questo cosa comporta?

«Comporta che una volta presi tali impegni, in questi due mesi qualsiasi attività della Fondazione Arena deve svolgersi a saldi invariati, ovvero a costo zero».

Da qui la sua richiesta al Teatro Music Hall di 900 mila euro per la tournée dell’Arena...

«L’imputazion­e dei costi all’ente ospitante è un atto dovuto. E alla tournée io sono costretto a far partecipar­e tutti, anche gli amministra­tivi che, pur restando a Verona, devono rientrare al lavoro. Sono consapevol­e del fatto che la cifra è piuttosto elevata, ma - ripeto è una necessità che deriva dagli obblighi di legge».

In pratica, se l’accordo fosse andato in porto, i lavoratori di Fondazione Arena cosa avrebbero guadagnato?

«Avrebbero ridotto lo stop dal lavoro di mezza mensilità a novembre».

Per lei sarebbe stato un gran colpo dal punto di vista delle relazioni sindacali...

«I rapporti sindacali sono importanti perché sono alla base delle corrette relazioni industrial­i. I sindacalis­ti erano informati su questa possibilit­à. Ma perché era mio dovere tenerli al corrente, non certo perché dovevo farmi bello davanti a loro. Mi pare che il Pia- no di risanament­o parli da solo...».

Tutto è tramontato perché il Teatro Music Hall di San Pietroburg­o ha ritenuto troppo esosa la sua richiesta...

«Ecco, qui vorrei precisare alcune cose».

Tipo?

«Tipo che io ho inviato il preventivo oggetto della polemica in data 17 marzo 2017 e che da quel giorno in poi non ho ricevuto risposta dal mio interlocut­ore. Questo, nonostante io abbia inviato in data 21 aprile 2017 una mail di sollecito e in data 24 maggio 2017 un’altra mail di sollecito».

Infatti, come abbiamo scritto sul Corriere di Verona, la risposta è arrivata il 30 giugno 2017...

«Infatti...».

Ma cos’è, una risposta legata all’esito delle elezioni comunali e al conseguent­e cambio della guida amministra­tiva di Verona?

«Questo lo dice lei, non certo il sottoscrit­to».

Però è anche vero che questo accordo con San Pietroburg­o lo avevano sottoscrit­to l’ex sindaco Flavio Tosi e l’ex sovrintend­ente Francesco Girondini...

«Questo glielo confermo. E, anzi, le dirò di più».

Prego...

«Esiste una bozza di contratto, datata 2014 , tra la Fondazione Arena e il Teatro di San Pietroburg­o nella quale c’è scritto che il costo della tournée per la rappresent­azione di Aida sarebbe stato di 1 milione e 400 mila euro».

Addirittur­a? Lo dimostri... Sbirciamo un documento in cui si parla di 4 tranche di pagamenti, tre da 420 mila euro e uno da 140 mila. Viaggio in aereo con 21 business class, 133 camere doppie, 121 singole e due suite a disposizio­ne.

Però anche quella trasferta non si fece...

«Credo per problemi economici, non certo per l’assenza dello stadio come, in maniera fuorviante, è stato detto. Resta il fatto che se io avessi dovuto sentirmi imbarazzat­o per aver redatto un preventivo di 900 mila euro mi chiedo come avrebbe dovuto sentirsi chi aveva sottoscrit­to una bozza di contratto per 1 milione e 400 mila euro».

Il sindaco Tosi ha detto che porterà il caso della tournée mancata a San Pietroburg­o in consiglio comunale. Lei ci andrà?

«Certo che ci andrò. E mi piacerebbe parlare non solo della tournée saltata ma anche della gestione degli ultimi anni della Fondazione Arena. Così, giusto per fare un po’ di chiarezza su un buco di quasi 30 milioni di euro e sui 300 mila euro in cassa che ho trovato quando sono arrivato. E poi...». E poi?

«È farisaico che qualcuno si preoccupi dei lavoratori in sospension­e quando questo stesso qualcuno, con un atto illegittim­o del Consiglio di Indirizzo, aveva chiesto la liquidazio­ne coatta dell’ente».

Un’ultima domanda sovrintend­ente Polo. Ma non si potevano proprio limare i costi e fare questa tournée?

«Si sarebbero potuti limare con l’aiuto di qualche sponsor o con l’investimen­to da parte del Comune o di qualche ente di una cifra a supporto. Ma i tempi lunghi della risposta di San Pietroburg­o hanno complicato le cose».

C’era una bozza di contratto del 2014 con spese per 1, 4 milioni

Tardiva la risposta di San Pietroburg­o È arrivata dopo le elezioni

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Il rendering L’Aida come doveva essere messa in scena
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