Investito in A4 dopo una rapina in casa
Il romeno morto aveva il documento di un ragazzo aggredito con il padre a Villafranca
Un romeno con precedenti per furto morto investito sulla A4 tra Sommacampagna e Peschiera, dopo aver tentato di attraversare l’autostrada. E vicino al corpo il pezzo di un documento d’identità che lo collega a una rapina avvenuta poche ore prima a Villafranca, nella casa della famiglia Furfaro dove il padre di 87 anni è stato malmenato. Sulla morte in autostrada indaga la Polstrada, sulla rapina e su una serie di furti in zona i carabinieri.
A segnalare quel corpo, finito nel terrapieno della corsia nord della A4, tra Sommacampagna e Peschiera, è stato un automobilista di passaggio. Ma quello che in un primo momento alla polizia stradale di Verona Sud sembrava essere l’investimento di un uomo che aveva attraversato le carreggiate della A4, nel giro di poche ore ha assunto i colori di un giallo. E quella morte è diventata solo l’ultimo atto di una notte di violenza, costellata da una rapina in casa e da una serie di furti disseminati nell’entroterra di Villafranca. Era appena spuntata l’alba quando quel corpo è stato ritrovato. Addosso i segni di un investimento, probabilmente da parte di un mezzo pesante che non o non si è accorto di quella botta presa su una fiancata o non ha voluto fermarsi. Era di un romeno, quel cadavere.
Un pregiudicato che era uscita da una galera piemontese appena un mese e mezzo fa. Attorno una miriade di oggetti. Un guanto, una scarpa. Ma anche uno zainetto, con dentro un materassino leggero. Quello che, con ogni probabilità, era il letto di quell’uomo che non aveva dimora. Vicino una manciata di monete. Ma anche i pantaloni di una tuta, con dentro il pezzo di un documento d’identità. Di fronte, sulla carreggiata opposta, la recinzione tagliata. Uno dei tanti sistemi che usano i ladri, con l’autostrada che diventa via di fuga e l’attraversamento che permette sia di essere recuperati da eventuali complici o di «sgravarsi» da eventuali accuse, con la scusa di trovarsi «dall’altro lato». Il pezzo di carta d’identità aveva sopra un nome e un cognome. Quello di un ventunenne residente a Villafranca, Arcangelo Furfaro.
Gli agenti della Stradale si sono messi in contatto con i carabinieri della compagnia di Villafranca. Ed è così che si è ricomposto il domino di quel corpo e della notte di violenza. Arcangelo Furfaro, l’altra notte verso l’una, è stato rapinato mentre era a casa con il padre Giacomino, di 87 anni. Una famiglia, quella dei Furfaro, spesso finita all’onore delle cronache. L’ultima volta il 22 agosto di cinque anni fa, quando Giacomino sparò durante una lite a un altro figlio, Domenico, ferendolo in modo non grave.
L’altra notte ad essere aggredito è stato lui. Ad entrare nell’abitazione di famiglia, che si trova in campagna, sei o sette uomini. Padre e figlio sono stati svegliati da dei rumori e se li sono trovati davanti. I ladri li hanno prima minacciati e poi quando Giacomino ha tentato di reagire lo hanno picchiato, per fortuna non in modo grave. Stando al racconto di padre e figlio, la banda è scappata a piedi portando via due cellulari e una play station. Oltre a quel paio di pantaloni trovati poi vicino all’uomo investito sulla A4. «Alcuni erano magrebini, altri dell’Est», hanno raccontato i Furfaro. Una banda che poi ha scorazzato a suon di furti in tutta la zona del Villafranchese, fino a Custoza. In paese la notizia di quella rapina e di quei colpi ha fatto il giro delle case in poche ore. E mentre i carabinieri proseguono le indagini per dare un volto e un nome ai complici dell’uomo investito, la Stradale sta cercando di ricostruire come e soprattutto chi abbia investito il romeno. Sul posto è stato trovato uno specchietto, che potrebbe essere stato lì anche da parecchio tempo. Saranno forse le telecamere dell’autostrada a raccontare cosa è successo l’altra mattina all’alba tra Sommacampagna e Peschiera.