Castro e la musica: «Così le ho suonate alla Fiorentina»
Calciatore e musicista, Castro si racconta: «Vado sotto l’Arena a suonare»
«Meglio la chitarra della playstation». La prima doppietta di Lucas Castro in serie A («gioia impressionante») è stata come una schitarrata sudamericana, l’accordo giusto al momento giusto (il tocco dell’1-1) poi l’assolo (quella meraviglia di testa per il 2-1) e ciao Fiorentina. Anni 28, tocco e sostanza a centrocampo, 10 gol e 10 assist in 74 gare da gialloblù, la mezzala argentina è il calciatore-musicista di un Chievo il cui gioco solido e maturo vale già 11 punti.
Dopo il 2-1 di domenica, Castro, l’abbiamo vista toccarsi la testa con l’indice, guardando l’assist-man Hetemaj, come a dire: siamo matti…
«All’intervallo avevo detto a Hete di crossare perché la Fiorentina a volte dormiva, lì sulla destra, e lui m’ha detto “ok, tu buttati che io la metto”. Mentre rientravamo in campo gliel’ho ripetuto: Hete, se fai un bel cross ti faccio doppietta. Un minuto dopo è successo… così siamo pari con il mio assist a Genova (ride, ndr)».
È il segno di una squadra che conoscendosi a memoria riesce pure a giocare divertendosi…
«A volte ci riusciamo, sì, e penso sia bello da vedere. Quando lavori tre anni insieme (Maran è qui dall’ottobre 2014, ndr) le cose possono venirti automatiche. Diventa più facile anche una giocata come quella con Hete».
Questi 11 punti cosa dicono?
«Che abbiamo dei valori. Ma guai a rilassarsi. Ogni gara è difficile e fin qui, tranne con la Juve, abbiamo sempre fatto bene: ripeto, conta non mollare niente».
Sorrideva Maran a fine gara: «Castro è bravo sia a suonare che a giocare…».
«Abbiamo un bel rapporto. Se mi porto la chitarra in ritiro è perché lui mi dà il permesso. Mi rilassa e trovo sia meglio suonare che giocare alla playstation: forse siamo in pochi calciatori a pensarla così».
A Catania aveva la band col Papu Gomez, Spolli e Izco, al Chievo fino all’anno scorso c’erano gli ultimi due: adesso con chi suona?
«C’è Gobbi che ama tanto la musica, suonava da piccolo, poi ha lasciato lì ma qualche accordo gli riesce. In compagnia o da solo, va bene comunque. Ultimamente sto imparando i temi delle mie serie tv preferite, da Game of Thrones a Narcos. Poi c’è sempre la musica italiana, cui sono affezionato perché m’ha aiutato a imparare la lingua: dall’Argentina conoscevo Ramazzotti, Tiziano Ferro, Laura Pausini, una volta qui ne ho conosciuti altri, Alessandra Amoroso di persona dopo un concerto in Arena. Lì, fuori dall’Arena, ogni tanto vado anche a suonarci».
Impresa recente: la canzone dedicata a Maradona ed El Pibe che la ringrazia in video.
«M’ha dato un’energia incredibile. Per noi argentini è come dio. Quand’ero nel Gimnasia La Plata passò a salutarci, uno per uno, stringendoci la mano: tremavo…».
Tanti anni fa Maradona si dichiarò fan della cantante argentina Valeria Lynch: lei che ascolti suggerirebbe a un italiano?
«Gustavo Cerati, grande chitarrista e cantante, e Indio Solari, una delle nostre voci di sempre».
È vero che Sky le ha chiesto un brano?
«M’hanno chiesto un pezzo da mettere prima di una partita dell’Argentina: vediamo se riesco a tirare fuori qualcosa…».
Sky mi ha chiesto di comporre un pezzo prima delle gare dell’Argentina