Un altro Caboto per Castelvecchio
Era di proprietà del conte Arvedi, la vedova ora lo regala a Castelvecchio: è un’opera di Caboto, il maestro rinascimentale.
VERONA (l.a.) Il cuore grande del conte Piero Arvedi continua a battere per Verona anche ad otto anni di distanza dalla sua scomparsa. La vedova, Alessandra Galli Arvedi, ha deciso di donare alla città, e più in particolare al Museo di Castelvecchio, un’opera di Giovan Francesco Caroto, il grande pittore cinquecentesco, noto anche ai meno esperti come l’autore del famosissimo ritratto del fanciullo coi capelli rossi, che era tra le opere trafugate nella altrettanto famosa rapina del novembre 2015. L’assessore alla Cultura, Francesca Briani, ha spiegato che «l’opera d’arte, rappresentante tre figure, era probabilmente stata ideata per essere collocata sul soffitto e adesso sarà in esposizione al museo dopo un piccolo lavoro di restauro». Il quadro s’intitola «Veritas filia temporis» (la verità è figlia del tempo) e rappresenta una figura femminile (la verità) che ha accanto a sé il dio del tempo, che reca in mano una clessidra, ed un Mercurio alato. Il conte Piero Arvedi, presidente dell’Hellas Verona dal 2006 al gennaio 2009, era morto il 20 marzo 2010 di un tragico incidente stradale avvenuto tre mesi prima sull’Autobrennero, mentre rientrava dalla trasferta dei gialloblù a Cesena. Aveva 77 anni.