Corriere di Verona

Marta, il terrorismo e gli scontri «Così sto tornando a vivere, basta violenze a Barcellona»

- A.P.

BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) Le manganella­te in piazza, la polizia che spara proiettili di gomma, i volti insanguina­ti dei manifestan­ti, la fuga per le strade.

A Barcellona si contano i voti a favore dell’indipenden­za ma anche le centinaia di persone ferite nel corpo a corpo con gli agenti che avevano l’ordine di impedire lo svolgersi del referendum. Le immagini degli scontri hanno fatto il giro del mondo e scuotono anche chi con la capitale della Catalogna ha un legame indissolub­ile. Un legame di sangue. Quello versato da Luca Russo, il bassanese di 25 anni morto nell’attentato terroristi­co del 17 agosto su la Rambla, la via principale della città. Con lui c’era la fidanzata Marta Scomazzon, rimasta ferita.

«Sto seguendo alla television­e quello che sta accadendo in Catalogna. Quando io e Luca eravamo lì, avevamo conosciuto alcuni italiani che abitano a Barcellona e con loro avevamo parlato del referendum. Ci dicevano che non avrebbe portato a nulla, e invece...». E invece hanno votato in massa. Marta dice che «è giusto che le persone abbiano il diritto di esprimere la loro opinione attraverso le urne» ma soprattutt­o si sofferma sugli scontri che, di nuovo, hanno segnato la «sua» città: «Il fatto che ci siano state altre violenze fa riflettere, per chi abita a Barcellona credo sia difficile affrontare di nuovo tutta questa tensione».

A distanza di 47 giorni da quel furgone impazzito che seminò quindici morti su la Rambla, questa ragazza sta ancora affrontand­o le conseguenz­e dell’attentato. «Fisicament­e sto meglio, il mio corpo migliora velocement­e e ho iniziato a fare fisioterap­ia. Per il resto, spero che il tempo mi aiuti a superare quell’esperienza».

Il Comune, la Regione e diverse istituzion­i stanno portando avanti alcuni progetti per ricordare il suo fidanzato. «Vogliono intitolarg­li una borsa di studio - racconta - e mi pare una buona idea: a lui piaceva molto studiare. Ogni iniziativa verrà concordata con la famiglia di Luca, e in questi giorni si parla di dedicargli un luogo di Bassano. Amava molto la natura, penso che sarebbe bello se un albero o un giardino portasse il suo nome. Sono certa che a lui farebbe piacere...».

Marta ha 21 anni e tutta la vita davanti. «Ma non è facile, per me, parlare del futuro. Lo vedo “annebbiato”. Sto cercando di darmi degli obiettivi, devo laurearmi e poi credo che continuerò gli studi. Ma per il resto, è tutto incerto». Nell’anima di questa ragazza, c’è un «prima» e un «dopo» il 17 agosto. «Prima era tutto più chiaro, per me: c’era un futuro, ed era legato a Luca. Ora dovrò costruirne un altro senza di lui. Ma in qualche modo, ce la farò».

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