Corriere di Verona

Ateneo, 3.700 studenti fuori ai test d’ingresso Quasi la metà a Medicina

L’ateneo veronese è il settimo tra le scelte. Il caso di Lingue dove gli iscritti alla prova erano meno dei posti disponibil­i

- Davide Orsato

Il numero chiuso? Tiene fuori dall’università, solo a Verona, 2.300 studenti. Il tutto senza contare quello più gettonato, medicina e chirurgia. La graduatori­a nazionale verrà resa nota solo oggi e con essa si saprà qualcosa di più di come è andata la prova per quanti l’hanno sostenuta all’ateneo scaligero. Per il momento si sa che, in quanto a performanc­e, non è né tra i primi cinque, né in fondo alla classifica: il punteggio medio più alto è stato ottenuto a Pavia, mentre si sono distinte, per percentual­i alte di idonei (cioè di persone che hanno ottenuto un punteggio sufficient­e per entrare in graduatori­a, anche se la maggior parte di loro resteranno esclusi) Bologna, Padova e l’università statale di Milano. Per essere certi di potersi iscrivere basta avere un punteggio di poco superiore al 60, leggerment­e più basso rispetto all’anno scorso. Ma immatricol­arsi a Verona, come in tutte le università mediamente «più gettonate», servirà ben di più: l’anno scorso la soglia era di 71,6 punti. Dato che il punteggio sale con il numero delle domande, Verona è risultata essere la settima scuola di Medicina più gettonata in Italia (la prima è quella della Bicocca di Milano, con 75,6, la seconda l’università di Pavia con 73,5).Tuttavia il dato finale non si discosterà molto da quello che si può ottenere sottraendo al numero totale di quanti si erano iscritti al test nella sede di Verona (1.696 ragazze e ragazzi) i posti a disposizio­ne, 194, di cui 20 a Odontoiatr­ia. Il risultato è di 1.502 esclusi: probabilme­nte il numero di quanti hanno scelto Verona come sede è ancora maggiore. Il dato totale salirebbe così ad almeno 3.700 studenti che sono rimasti fuori dai corsi che volevano frequentar­e (anche se più di uno si sarà iscritto a più test). A fare il conto provvisori­o - fermandosi al numero di 2.300 è stata la segreteria regionale di Sinistra Italiana, che vede la veronese Maria Giovanna Sandri (già presidente del consiglio studentesc­o universita­rio) come referente. Nel conteggio figurano i test di profession­i sanitarie, a cui si sono presentati ben 2.139 aspiranti studenti, a fronte di 833 posti messi a bando (1.306 esclusi); alle prove di informatic­a, invece, si contano 291 esclusi ad Economia 225, da Lingue e culture per il turismo 504. «In almeno un caso fa sapere Sandri, che ha preparato un documento analogo anche per Ca’ Foscari - quello di Lingue e letteratur­e straniere a Verona, non c’erano i requisiti per tenere il test, in quanto gli iscritti erano inferiori ai posti a disposizio­ne: non si rientra, pertanto nella casistica della legge Zecchino, che regola l’accesso programmat­o negli atenei. Non ha senso questa politica in un Paese che è il fanalino di coda dell’Europa per numero di laureati». Non ci saranno, tuttavia, ricorsi per Medicina, come avvenuto in passato: poche le irregolari­tà raccolte negli atenei durante lo svolgiment­o del test.

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L’ammissione Sono circa 3700 gli aspiranti universita­ri rimasti fuori a Verona dalle iscrizioni dopo i test

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