Corriere di Verona

Central Park tra scetticism­o e truppe di neo entusiasti «Avanti così». «Propaganda»

Sì del Comitato Verona sud. Il Pd: e il piano urbanistic­o?

- L.A.

«Le intenzioni sono ottime, avanti così!»

Il Comitato Verona Sud ha incontrato a Palazzo Barbieri l’assessore all’Urbanistic­a Ilaria Segala, per esaminare la proposta di delibera sul nodo Tav di Verona, all’interno della quale il Comune chiede alle Ferrovie di trasformar­e tutta la grande area dell’ex scalo merci in un Parco Urbano.

Proprio il Comitato Verona sud si batte da anni per questa soluzione, e ieri mattina era evidente la soddisfazi­one di tutta la delegazion­e per la «novità» che abbiamo ampiamente illustrato, con tutti i dettagli, sul nostro giornale. Con un piccolo paradosso politico: del Comitato fanno parte anche esponenti no Tav, che adesso appoggiano con entusiasmo la delibera che, in sostanza, consentirà appunto il padssaggio della linea ad alta velocità nella nostra città.

Fioccano intanto le reazioni delle altre forze politiche, alcune delle quali venate di scetticism­o. Secondo Federico Benini e l’onorevole Vincenzo D’Arienzo, del Pd, «serve molto altro su versanti che la proposta del Comune non affronta: la valorizzaz­ione di quei 500 mila metri quadri, nel 2003 è già stata oggetto di accordo tra il Ministero dei Trasporti, Rfi, Regione Veneto, Comune di Verona e Consorzio Zai e nel 2006, la variante 2 al Paqe ha destinato il 50 per cento dell’area a residenza, terziario, centro logistico-direzional­e e il restante 50% a parco urbano. Quindi – aggiungono Benini e D’Arienzo - una delibera che chiede il Central Park senza provvedere a modificare il Paqe rischia di essere carta straccia. Occorre pertanto che questa amministra­zione, faccia meno demagogia e pensi in modo strategico ad un disegno complessiv­o, senza di cui quella delibera non serve a nulla». Secondo i due esponenti dem «serve invece un impegno sin d’ora da parte del Comune di Verona per accorciare i tempi necessari ed essere pronti ad affrontare l’obiettivo appena disponibil­e, al termine del programma di ricollocaz­ione dello scalo nell’area del Quadrante Europa concomitan­te alla realizzazi­one del tracciato dell’alta capacità». Il gruppo consiliare al completo del Pd chiede comunque che la questione sia discussa nella commission­e temporanea sulla Tav.

Alessandro Gennari, per il Movimento 5 Stelle, afferma che il Parco Urbano «non può essere moneta di scambio per la Tav, opera inutile, che riempirebb­e Verona di cantieri senza portare benefici perché – sottolinea – se lo facessimo, probabilme­nte il Parco non verrebbe realizzato prima del 2050». Più che scettico il tosiano Giorgio Pasetto, secondo il quale l’annuncio del Parco «rischia d’essere solo ‘cortina di fumo’ per distrarre l’attenzione dei cittadini dall’Arsenale, dove è stato appena commesso un grande errore politico e strategico. Spero sinceramen­te – conclude Pasetto - che l’assessore Segala, abbia sufficient­i certezze per dare per scontata una compensazi­one di 500 mila metri quadrati: sicurament­e farebbe felici tutti i cittadini veronesi, ma a quanto mi risulta sarà un risultato poco probabile».

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Non solo verde Un rendering del futuro parco urbano dello Scalo merci

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