«Il Comune non può usare i nostri studi»
Diffida di Italiana Costruzioni al Comune dopo la revoca del progetto: «Non potete usare i nostri studi»
Sul tavolo del sindaco Federico Sboarina è arrivata ieri una formale lettera di diffida da parte di Italiana Costruzioni sulla vicenda del (cancellato) restauro dell’Arsenale di Borgo Trento.I legali dell’impresa presieduta da Attilio Maria Navarra prendono spunto dalla delibera approvata nei giorni scorsi dal consiglio comunale, che revoca la delibera del novembre scorso sul project financing, e vanno al contrattacco sulla base del sintetico verbale della seduta consiliare.
La si aspettava. Ed è arrivata. Sul tavolo del sindaco Federico Sboarina è arrivata ieri una formale lettera di diffida da parte di Italiana Costruzioni sulla vicenda del (cancellato) restauro dell’Arsenale di Borgo Trento.
I legali dell’impresa presieduta da Attilio Maria Navarra prendono spunto dalla delibera approvata nei giorni scorsi dal consiglio comunale, che revoca la delibera del novembre scorso sul project financing, e vanno al contrattacco. Sulla base del sintetico verbale della seduta consiliare, ed anche a seguito delle dichiarazioni fatte alla stampa, il legale di Italiana Costruzioni (l’avvocato Luca Perfetti, dello studio Bonelli di Milano) avverte che la nuova delibera lascia intatta la proprietà del progetto, con tutti i suoi elaborati, e per questo motivo diffida formalmente l’amministrazione municipale dall’usarli in qualsiasi maniera, compresi quelli relativi alla situazione esistente all’interno del compendio: dal rilievo effettuato a tutte le indagini sulla realtà attuale e alle valutazioni su quali possano essere, in queste condizioni, gli interventi più urgenti da realizzare.
Ciò premesso, lo studio legale milanese spiega che «sulla illegittimità della delibera e sui danni illeciti provocati al raggruppamento d’imprese che si stava per costituire tra Italiana Costruzioni e Na.gest Global service (l’altra società del gruppo Navarra che avrebbe partecipato alla realizzazione del project financing, ndr) si anticipa che saranno proposte le adeguate sanzioni giurisdizionali a tutela degli interessi e dei diritti» del raggruppamento stesso.
Si va in tribunale, insomma. Cosa prevedibile e prevista da tutte le parti in causa, ma che da adesso è ufficiale, messa nero su bianco.
La diffida legale fa riferimento diretto al dibattito della scorsa settimana in consiglio comunale, dibattito in cui l’assessore all’Urbanistica, Ilaria Segala, aveva ribadito i motivi della revoca della delibera precedente e aveva spiegato che la nuova amministrazione «non dice no all’intervento privato in generale, ma dice no ad un centro commerciale e a un project financing di livello assai scarso, in cui non si capisce neppure dove si costruisce e su cui la soprintendenza aveva chiesto un maggiore approfondimento».
Il giorno seguente, lo stesso sindaco Sboarina, rompendo il silenzio che si era imposto nelle ultime settimane, aveva spiegato che «al massimo fra tre mesi, e già prima delle vacanze di Natale, sceglieremo la destinazione da dare agli edifici esistenti nel compendio dell’Arsenale, dopo di che partiranno altrettanto rapidamente i primi lavori».
Prima del voto in aula c’era stato un acceso dibattito (in pubblico e in privato) sulla polizza di assicurazione che (da sempre) i consiglieri possono stipulare (a loro spese) per…mettersi le spalle al sicuro in caso proprio di contenziosi legali (tra l’altro è tuttora in corso la causa della ditta Rettondini che chiede ad alcuni amministratori comunali del passato la somma di 40 milioni per la vicenda del parcheggio sotto piazza Corrubbio).
Il presidente di Italiana Costruzioni, Attilio Navarra, aveva fatto sapere (sollevando un ulteriore vespaio di polemiche) che «i consiglieri comunali sono ovviamente coscienti di quello che stanno per votare e sanno che esistono seri rischi di una richiesta di risarcimento danni».
L’assessore all’Urbanistica, Ilaria Segala, aveva lanciato a sua volta un inedito appello via Facebook («consiglieri, aveva scritto - non lasciatevi intimorire»). Adesso la richiesta di risarcimento danni è praticamente ufficiale. Vedremo con quale esito.