Corriere di Verona

Ippopotamo, le accuse degli ex dipendenti

Vogliono i danni da Zanini: «Turni massacrant­i e lasciati senza riposi, ferie, medico e contributi»

- Laura Tedesco

«Costretti a saltare i giorni di riposo». Ma anche «obbligati a lavorare con orari e turni di impossibil­i». E poi «minacciati di essere licenziati se avessimo collaborat­o con la polizia giudiziari­a nel corso delle indagini». Non solo: nel dettagliat­o capo d’imputazion­e da cui doveva difendersi ieri mattina in udienza preliminar­e il ristorator­e Roberto Zanini, alcuni ex dipendenti dell’ «Ippopotamo» in piazza Bra lo accusano di aver dovuto, a seconda dei casi, rinviare ferie già programmat­e (e pagate in anticipo) o a saltare stage formativi perché, in caso contrario, l’allora legale rappresent­ante del locale sul Liston li avrebbe lasciati senza lavoro.

Cinque ex camerieri stagionali (uno è italiano, tutti gli altri stranieri), davanti al giudice Livia Magri, si sono costituiti parte civile nel procedimen­to che in totale consta comunque di undici parti lese a cui va aggiunta anche l’Agenzia delle Entrate. E nei confronti dell’ex gestore del ristorante-pizzeria, difeso dagli avvocati Monica Rizzi e Gianluca Spolverato, le ipotesi di reato contestate si spingono ben oltre la ventilata evasione fiscale sull’anno di imposta 2011 (pari a 51.547 euro di mancati versamenti Ires e 70.975 di Iva): in base alla ricostruzi­one delineata dal pubblico ministero Giulia Labia, infatti, Zanini non solo avrebbe eluso il pagamento per intero delle imposte relative al 2011 «non emettendo per tutti i clienti gli scontrini fiscali obbligator­i», ma si sarebbe spinto ben oltre.In particolar­e, avrebbe «omesso di effettuare la prevista valutazion­e dei rischi in relazione anche e soprattutt­o allo stress lavorativo» e avrebbe inoltre «elaborato un documento di valutazion­e dei rischi privo di data certa e dei contenuti minimi in assenza della collaboraz­ione del medico competente mai nominato». Una lunga elencazion­e di accuse piuttosto pesanti da cui, peraltro, lo stesso Zanini nell’immediatez­za dell’arresto (venne ristretto ai domiciliar­i per una settimana nel 2015) si proclamò innocente sia davanti al gip (che lo liberò dopo l’interrogat­orio) sia per voce dei suoi legali.

Un mese dopo il Riesame gli dissequest­rò il locale su cui la magistratu­ra aveva posto i sigilli: da allora, per Zanini sono cadute le ipotesi di evasione fiscale relative al periodo precedente al 2011 in quanto si erano verificati errori nel conteggi. Lo stesso ristorator­e, peraltro, sta regolarizz­ando la sua posizione con l’Erario, ma punta anche a far cadere le restanti accuse degli ex dipendenti, che ieri hanno chiesto citazione in qualità di responsabi­le civile della Zanini Ristorazio­ne srl.

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In Bra Il caso dell’Ippopotamo si è aperto ieri davanti al gup

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