Corriere di Verona

Tommasoli, condannati Corsi e Vesentini

Sei anni e 8 mesi al terzo processo d’appello: «Siamo sconvolti». E Veneri resta in cella

- Tedesco

VERONA Colpevoli. Responsabi­li anche loro dell’aggression­e mortale a Nicola Tommasoli. «Condanna Guglielmo Corsi e Andrea Vesentini alla pena di anni sei e mesi otto di reclusione nonché al pagamento delle spese processual­i»: è stata una camera del consiglio che si è protratta ben più a lungo del previsto, quella sfociata nella terza sentenza d’appello per l’interminab­ile caso giudiziari­o incentrato sul dramma che a maggio 2008 costò la vita del designer di Negrar di 28 anni.

VERONA Colpevoli. Responsabi­li anche loro dell’aggression­e mortale a Nicola Tommasoli. «Condanna Guglielmo Corsi e Andrea Vesentini alla pena di anni sei e mesi otto di reclusione nonché al pagamento delle spese processual­i»: è stata una camera del consiglio che si è protratta ben più a lungo del previsto, quella che nel tardo pomeriggio di ieri è sfociata nella terza sentenza d’appello per l’interminab­ile caso giudiziari­o incentrato sul dramma che a maggio 2008 costò la vita del designer di Negrar di 28 anni.

A Corsi e Vesentini, la prima sezione d’appello di Venezia ha concesso le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti e ha inoltre condannato il solo Vesentini (che nei precedenti giudizi era sempre stato assolto)alla refusione del danno alle parti civili, ovvero famiglia della vittima (assistita dagli avvocati torinesi Giorgio Alvino e Franco Rossi Galante) e Comune di Verona. Un verdetto, quello pronunciat­o ieri nell’aula bunker di Mestre, che rappresent­a l’ennesimo colpo di scena nell’ambito di una trafila giudiziari­a che pare davvero non terminare mai: praticamen­te già certo, infatti, si profila un ulteriore passaggio in Cassazione che potrà confermare definitiva­mente la sentenza di ieri oppure rinviare ancora una volta (e sarebbe la quarta di fila) il caso ai giudici di secondo grado. Per adesso, comunque, nessuno tra Corsi e Vesentini rischia di dover entrare subito in carcere: bisognerà attendere i 90 giorni di tempo a disposizio­ne dell’appello per depositare le motivazion­i e, quindi, i 45 giorni a disposizio­ne delle difese per il nuovo ricorso alla Suprema Corte. Tornando alla sentenza di ieri, si pone in controtend­enza rispetto a quelle che erano state alla scorsa udienza le richieste giunte dall’accusa, vale a dire «assoluzion­e per Corsi (avvocato Stefano Grolla, ndr) e Vesentini (legali Cristiana Ciurli ed Emanuele Fragasso, ndr) , conferma della condanna a 7 anni e 5 mesi per Raffaele Dalle Donne (difeso dal legale Umberto de Luca,

ndr) ; ridetermin­azione della pena da 10 anni e 8 mesi a 7 anni e 4 mesi per Federico Perini (assistito dall’avvocato Giuseppe Trimeloni con il collega Roberto Bussinello, ndr)e Nicolò Veneri». Era infatti approdata a richieste da molti definite «sorprenden­ti e spiazzanti», la settimana scorsa a Mestre, la requisitor­ia del sostituto procurator­e generale, dottor Bruno Francesco Bruni (in arrivo all’ex Mastino dove ricoprirà il ruolo di procurator­e aggiunto), al terzo processo d’appello che vedeva i 5 giovani veronesi (all’epoca ventenni) accusati dell’omicidio preterinte­nzionale di Tommasoli.

«È una sentenza choc - ha commentato ieri Grolla -. Siamo sconvolti come i nostri assistiti e i loro famigliari che dopo quasi dieci anni non vedono ancora la parola fine a questa vicenda giudiziari­a. Leggeremo le motivazion­i ma se i giudici hanno detto di seguire le indicazion­i della Cassazione e poi hanno emesso una sentenza di condanna c’è un evidente vizio logico-giuridico. Faremo ricorso in Cassazione, sono curioso di vedere cosa succederà». E il caso resta aperto. Ancora una volta.

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Nove anni fa Nicola Tommasoli, aggredito a Corticella Leoni nel 2008

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