Kean, il più giovane marcatore della storia gialloblù
È il più giovane marcatore della storia gialloblù. Una carta in più per la sfida-salvezza
VERONA Moise Kean si è già preso un pezzo di storia dell’Hellas. Con il gol segnato con il Torino, l’attaccante italo-ivoriano è diventato il più giovane marcatore della storia gialloblù in una competizione ufficiale. Un dato messo in evidenza dal sito specializzato www.hellastory.net. Kean, quando è andato in rete all’89’ della gara pareggiata per 2-2 dal Verona, è entrato nell’albo dei record, avendo diciassette anni e sette mesi. Ha così migliorato il precedente primato, appartenente ad Alberto Gilardino, che aveva diciotto anni e tre mesi nel momento in cui, il 14 ottobre del 2000, in HellasUdinese 1-1, siglò il provvisorio vantaggio della squadra allora allenata da Attilio Perotti. In assoluto, il baby-bomber di sempre del Verona è e rimane, invece, Ferdinando Gasparini, ma il gol che a 16 anni e otto mesi realizzò all’Atalanta il 28 maggio 1986 (in quell’incontro firmò poi una doppietta) ha un valore diverso: fu segnato, infatti, nel Torneo d’estate, kermesse amichevole di fine stagione. Per questo, a maggior ragione, Kean ha riscritto gli almanacchi dell’Hellas. La punta, arrivata in prestito dalla Juventus, si sta ricavando spazi ampi e un largo minutaggio nel Verona di Fabio Pecchia. Entrato nel secondo tempo nelle sventurate partite con Fiorentina e Lazio e nell’ultimo scorcio di quella terminata sullo 0-0 con la Sampdoria, titolare all’Olimpico con la Roma e con il Torino, Kean resta da disciplinare sul piano tattico ma non gli mancano volontà, corsa e iniziativa. Il gol con il Toro, seppur rocambolesco, ha premiato lo spirito del teenager dell’Hellas, impiegato da Pecchia, nel corso della ripresa, in coppia con Giampaolo Pazzini. Una formula che potrebbe essere replicata nello scontro salvezza del 16 ottobre con il Benevento.
Attenzione, però, perché le condizioni di Kean saranno da monitorare di giorno in giorno. Ieri sono stati completati gli esami cui l’attaccante è stato sottoposto per appurare la natura del fastidio che l’attaccante ha accusato in settimana al quadricipite destro. Nulla di preoccupante, ma lo staff medico gialloblù non vuole forzare e per questo Kean verrà controllato quotidianamente per delineare un quadro più chiaro del problema muscolare che lo affligge. Per Pecchia, il centravanti sta diventando un riferimento prezioso, in sintonia con il talento di cui è accreditato. Gianni Bui, grande attaccante del Verona dal 1967 al 1970, in passato allenatore degli Allievi del Torino (fu lui a crescere Diego Fuser e Gianluigi Lentini) e osservatore per le giovanili dell’Italia quando i ct erano Giovanni Trapattoni e Marcello Lippi, dice: «Sono curioso di vedere dal vivo questo ragazzo, di cui si sente parlare molto bene. Il Verona e Pecchia hanno fatto la scelta giusta credendo in lui: se ci sono le potenzialità, non si deve avere timore nel lanciarlo. Sbagliato, piuttosto, è dubitare di un giocatore per via dell’età. Questo è un errore tipico del calcio italiano. Serve, al contrario, dare fiducia a chi ha talento. Ho visto crescere, ai tempi in cui lavoravo per la Nazionale, Chiellini, El Shaarawy e Gilardino: il loro valore era evidente. Penso possa essere così anche per Kean, pur sapendo che si deve avere la pazienza di farlo crescere».
Gianni Bui Non si deve aver timore nel lanciarlo Guardare alla carta d’identità è un errore tipico del calcio italiano