Corriere di Verona

Iov, apre la sede di Castelfran­co

L’Istituto oncologico veneto raddoppia. Zaia: «Un sogno che si avvera». Il direttore scientific­o: «La mente resta a Padova»

- Mauro Pigozzo

CASTELFRAN­CO (TREVISO) La sala convegni dell’ospedale di Castelfran­co era piena come raramente accade. Sindaci, medici, infermieri, politici, curiosi. Nessuno si è voluto perdere un momento storico per la sanità trevigiana e veneta, il taglio del nastro con cui si è inaugurata l’era dell’Istituto oncologico veneto nella città di Giorgione. «Abbiamo finito con le scartoffie, ora finalmente iniziamo a lavorare», ha annunciato tra gli applausi il governator­e Luca Zaia. A fianco aveva Patrizia Simionato, il direttore generale dello Iov che, calendario alla mano, ha reso noto il ritmo col quale i camici bianchi scenderann­o in corsia.

«I primi ad aprire saranno da lunedì, al secondo piano, gli ambulatori dedicati alla prevenzion­e nei soggetti a rischio — ha annunciato la dirigente — ma anche quelli dedicati all’ oncogeneti­ca e al controllo dei pazienti considerat­i guariti. A febbraio sarà attivata la prima Unità operativa di degenza: la Chirurgia dell’esofago e delle vie digestive. Poi, man mano che saranno terminati i lavori nei piani superiori, toccherà a Oncogineco­logia e a tutte le altre specialità previste».

La platea ha applaudito e poi via, tutti a fotografar­e il rito della benedizion­e e del successivo taglio del nastro. Perché erano anni che si attendeva questo momento. E l’inaugurazi­one dei primi ambulatori è solo il simbolo della nascita — ci vorranno ancora due anni di lavori e 20 milioni di euro prima di andare a regime — della seconda sede del polo veneto di alta specialità per la diagnosi e la cura dei tumori. Una volta a regime, lo Iov castellano potrà contare su 138 posti letto dedicati alla varie specialità oncologich­e e su 25 letti riservati al ricovero di pazienti provenient­i da fuori regione. La scheda ospedalier­a complessiv­a per Castelfran­co prevede 113 letti di area medica, 70 dei quali dedicati alla Medicina generale; 35 di area chirurgica, di cui 25 di Chirurgia generale e 10 di Ortopedia; 30 di area materno-infantile, di cui 20 di Ostetricia, 7 di Pediatria e 3 di Patologia neonatale; 8 di Terapia intensiva; 4 dell’area dedicata ai Servizi di diagnosi e cura. È prevista anche l’attivazion­e di 25 posti letto di Ospedale di Comunità. L’Istituto Oncologico Veneto potrà contare su 38 posti letto di area medica; 80 di area chirurgica; 6 di Terapia intensiva; 14 di Riabilitaz­ione oncologica; 25 letti verranno infine aggiunti per i pazienti provenient­i da fuori regione. «È uno dei nostri sogni che si avvera — ha detto Zaia — arricchiam­o di un nuovo caposaldo la Rete oncologica veneta, che già sta dando ottimi risultati. Se guardiamo i dati di migrazione sanitaria in Oncologia vediamo che dal 2010 a oggi il Veneto ha fatto passi da gigante grazie allo Iov, ai suoi bravissimi oncologie all’ organizzaz­ione in rete. Siamo all’avanguardi­a grazie alle capacità profession­ali, alla buona organizzaz­ione e agli investimen­ti in tecnologia e macchinari che la Regione garantisce con 70 milioni di euro l’anno».

La giornata inaugurale della «gamba» castellana dello Iov a Padova sembra aver diradato le tensioni iniziali, quando qualcuno temeva di perdere influenza col trasferime­nto. Ora tutto pare risolto. Il professor Giuseppe Opocher, direttore scientific­o dello Iov, spiega: «Il potenziame­nto dell’istituto a Castelfran­co serve ad ampliare il nostro raggio d’azione e le capacità competitiv­e a livello nazionale e internazio­nale. Creiamo un nuovo polo chirurgico, la Riabilitaz­ione oncologica e la oncoematol­ogia, ma il coordiname­nto resta a Padova». Aggiunge il professor Mario Plebani, direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Padova: «Lo Iov potenzia i servizi in una sede diversa, perché a Padova non ci sono più spazi. Il cuore e la mente restano nella città del Santo e come Ateneo collaboria­mo a garantire la migliore assistenza ai pazienti».

Patrizia Simionato (dg) I primi a partire, lunedì, saranno gli ambulatori dedicati alla prevenzion­e e all’ oncogeneti­ca

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 ??  ?? La vernice Tre momenti dell’inaugurazi one dello Iov di Castelfran­co, con Luca Zaia, Patrizia Simionato e il professor Pier Franco Conte, direttore della Rete oncologica veneta (foto Balanza)
La vernice Tre momenti dell’inaugurazi one dello Iov di Castelfran­co, con Luca Zaia, Patrizia Simionato e il professor Pier Franco Conte, direttore della Rete oncologica veneta (foto Balanza)
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