All’azienda ospedaliera l’ok del ministero Via ai trapianti di fegato per i sieropositivi
Verona, già effettuato il primo intervento. L’importanza dei nuovi farmaci per la terapia
VERONA Era considerata un intervento «disperato», che non avrebbe impedito ulteriori peggioramenti. Poi, con i nuovi farmaci, la situazione è cambiata. E i pazienti sieropositivi «co-infetti», ossia quelle persone in cui convivono i virus dell’Hiv (che provoca l’Aids) e quello Hcv (causa dell’epatite C) tornano a sperare. L’azienda ospedaliera di Verona è il primo centro del Veneto che ha ottenuto dal ministero l’autorizzazione per effettuare trapianti di fegato in questi delicatissimi casi. Il primo - finora unico - intervento risale settembre: altri due pazienti saranno, però, operati a breve. Per tutti loro, il trapianto consentirà di ritornare a vivere una vita normale, «con ottime aspettative», secondo i medici. L’insorgere di epatite è uno delle complicazioni più gravi che possono manifestarsi in un paziente sieropositivo. Il virus, in un sistema immunodepresso, può essere particolarmente duro da sconfiggere del tutto. È per questo che nelle persone che avevano avuto gravi complicanze al fegato, sviluppando la cirrosi epatica, il trapianto poteva rivelarsi solo una cura temporanea: il virus sopravviveva e tornava all’attacco. «Una situazione nota in Medicina e particolarmente frustrante - osserva Umberto Tedeschi, direttore della prima chirurgia generale dell’azienda ospedaliera - ora, tuttavia, la situazione è radicalmente cambiata, grazie all’implementazione di nuovi farmaci. Primo molto costosi, ma in continuo potenziamento e gradualmente più alla portata dei sistemi sanitari, anche considerando i molti pazienti, consentono di eliminare del tutto il virus e di procedere così al trapianto senza difficoltà. Occorre anche considerare che il paziente, prima dell’intervento, va sottoposto a una procedura di immunosoppressione, il che rendeva il contagio del nuovo tessuto ancora più probabile».
L’autorizzazione del ministero è arrivato a Verona dopo la verifica dell’idoneità dei reparti che collaborano a questo delicato tipo di intervento: non solo il centro trapianti, ma anche l’équipe di Malattie Infettive. Il requisito è che quest’ultima segua almeno quattrocento pazienti sieropositivi. Il centro scaligero ne ha attualmente in follow-up (ovvero in terapia e post terapia) più di mille. Sono invece 54 i trapianti di fegato effettuati nell’ultimo anno. Dopo Verona, anche Padova, altro importante centro trapianti del Veneto, ha fatto richiesta di poter eseguire questo tipo di operazioni chirurgiche.