Realtà immersiva, con i visori di Google sulla diga del Vajont dal divano di casa
I superstiti: «Incentivare turismo della memoria»
LONGARONE (BELLUNO) Immaginate di essere seduti sul vostro divano, di chiudere gli occhi e riaprirli in un contesto completamente diverso. Magari in quella Longarone diventata, suo malgrado, un luogo della memoria. Anzi, vi trovate in cima alla diga del Vajont a 261 metri d’altezza. Da una parte il monte Toc, la grande frana che 54 anni fa fece esondare il bacino d’acqua artificiale provocando 1.910 morti, giù in fondo Erto e Casso. Dall’altra, si scorge la vallata di Longarone.
È una delle esperienze oggi possibili grazie a un visore per realtà virtuale immersiva «oculus rift» e l’applicazione «Google street view». La fondazione Vajont ha infatti mappato virtualmente, insieme a un operatore specializzato, i luoghi della tragedia avvenuta il 9 ottobre 1963. Le riprese a 360 gradi sono state effettuate ancora nell’ottobre del 2016 attraverso il «trekker» di Street view, uno zaino tecnologico dotato di un sistema di quindici fotocamere, e il «tripod», una fotocamera con lente a grandangolo poggiata su un treppiede. Così, è sufficiente collegarsi all’applicazione per camminare sulla diga, scoprire le parti vecchie di Erto e Casso, visitare il cimitero delle vittime a Fortogna, ammirare palazzo Mazzolà oggi sede del Comune di Longarone e uno dei pochi edifici risparmiati dall’onda di fango.
Sono stati mappati sette luoghi. Il visore virtuale non è però indispensabile. È possibile accedere ai luoghi della memoria anche attraverso Google Maps o dal sito della Fondazione, ripercorrendoli dallo schermo. «Tutto il mondo può così conoscere questi luoghi» dice Roberto Padrin, sindaco di Longarone. «Certo, per comprenderli appieno occorre visitarli. Ma questo strumento può aiutarci a rendere testimonianza, almeno in parte, di ciò che è stata la tragedia del Vajont. I sentimenti che suscitano sono da scoprire di persona. Un dato positivo è che uno su tre visita il luogo che ha scoperto virtualmente o consultato sulla mappa».
Google non è nuova a idee di questo tipo. Dal 2016 è partito il progetto di mappare i luoghi simbolo della memoria in tutto il mondo: Waterloo, Pearl Harbor, Hiroshima. Da quest’anno anche la diga del Vajont e ciò che sta attorno. Soddisfatti i componenti dell’associazione «Vajont-il futuro della memoria». «Sono contento dell’iniziativa – afferma il presidente dell’associazione Renato Migotti – spero che questo sia l’inizio di un organizzazione razionale di coloro che gestiscono i flussi di turismo. Noi abbiamo circa otto mila persone l’anno che visitano la diga, ma devono essere accompagnate e istruite da persone che non siano solo volontari coordinati dalle proloco. I luoghi principali ci sono tutti. Manca forse il centro visite di Erto, un museo che ha una sezione dedicata alla memoria del Vajont».
Un altro progetto interessante vede la realizzazione di un disegno alto circa trenta centimetri e lungo dieci metri che rappresenta via Roma, la strada principale di Longarone completamente distrutta la notte del 1963. Il disegno, quasi ultimato, è stato realizzato in una decina d’anni dal professor Giuseppe De Col che si è basato sulla mappatura catastale e su migliaia di fotografie dell’epoca.