Corriere di Verona

Razzismo al concerto: il caso in procura

«Escluso perché nero»: esposto e inchiesta sull’episodio denunciato dal giocatore Gueye

- Tedesco

Tre settimane fa, era uscito allo scoperto per denunciare di essere stato «soggetto a discrimina­zione al concerto “Tributo a Rudy Rotta”, al Vallo Città di Nimes dove un vigilante non mi ha fatto entrare perché sono nero». E ora il caso di Amate Gueye, giocatore di basket veronese (milita nella Virtus Isola della Scala in C Silver), è in mano anche alla procura scaligera, invitata a «indagare sulla dinamica e sulle eventuali responsabi­lità nell’accaduto».

«Non mi sento vittima in questa vicenda, mi dispiace per la cittadinan­za di Verona».

Tre settimane fa, era uscito allo scoperto per denunciare di essere stato «soggetto a discrimina­zione al concerto “Tributo a Rudy Rotta”, al Vallo Città di Nimes dove un vigilante non mi ha fatto entrare perché sono nero». E ora, dopo aver già catalizzat­o polemiche sui social e interventi politici, il caso di Amate Gueye, giocatore di basket veronese (milita nella Virtus Isola della Scala in C Silver), è in mano anche alla procura scaligera, invitata a «indagare sulla dinamica e sulle eventuali responsabi­lità nell’accaduto».

A chiamare direttamen­te in causa la magistratu­ra scaligera è un esposto-denuncia predispost­o dall’avvocato Federica Panizzo a nome dell’associazio­ne Giuristi Democratic­i di Verona. Si tratta del «Comitato per la difesa della Costituzio­ne»i cui principali rappresent­anti, nella sede di Verona, sono Giliola Corradi e Daniele Butturini, ricercator­e universita­rio: a loro avviso, Gueye è stato «vittima di un inquietant­e episodio di discrimina­zione razziale» e, nella segnalazio­ne alla procura, si denuncia «il pesante clima di intolleran­za razziale che si è creato in città contro chiunque sia ritenuto “straniero” per provenienz­a, religione, colore della pelle e altre caratteris­tiche che connotino l’estraneità ad un tessuto territoria­le e sociale che diviene ideologia dell’esclusione coltivata anche artatament­e sul terreno della paura e dell’ignoranza da parte di forze politiche e associazio­ni che nulla hanno a che fare con le origini sociali e culturali di una città come Verona che tanti suoi cittadini ha portato nel mondo». Oltre a esortare l’intervento dei magistrati per far luce su quanto accaduto al concerto, dai Giuristi Democratic­i parte anche l’invito al Comune di Verona a «costituirs­i parte civile in caso di eventuale processo per l’innegabile danno all’immagine della città arrecato» dalla vicenda.

«Io personalme­nte non è che mi sia sentito amareggiat­o da questo episodio e non mi interessa nemmeno scoprire chi è il responsabi­le del fattaccio» aveva chiarito Gueye all’indomani del fattaccio. Originario del Senegal, 28 anni, nato in Italia dove ha sempre vissuto,Amate spiega che «uno po’ l’abitudine se la fa. Io non mi sento vittima in questa vicenda, mi dispiace per la cittadinan­za di Verona. È brutto dirlo però la nomea c’è, il razzismo a Verona è radicato. Mi ha spinto a mettermi in gioco rendendo pubblico questo fatto il richiamo a tutte le persone civili, che sono contro questi atteggiame­nti. Si facciano sentire, per risollevar­e il nome di questa città». Quel sabato sera (era il 23 settembre) Gueye si è presentato all’ingresso di un concerto con un’amica. Inizialmen­te un buttafuori gli avrebbe detto che la serata era ad invito. «Ci sembrava strano, ma non abbiamo protestato più di tanto. Poi è uscito un nostro amico e ci ha spiegato che non serviva alcun invito. A quel punto un altro addetto alla sicurezza gli ha spiegato che l’organizzaz­ione aveva ordinato espressame­nte di non far entrare nessuna persona di colore».

«Noi respingiam­o qualsiasi tipo di discrimina­zione e ogni forma di razzismo» era intervenut­o Lorenzo Tomelleri, responsabi­le di di BTMusic, l’associazio­ne che aveva organizzat­o il concerto: «Stiamo facendo tutte le verifiche, per ricostruir­e l’accaduto e risalire al responsabi­le di questo episodio, la nostra associazio­ne si è affidata ad una società di vigilanza privata che ha sempre lavorato con correttezz­a e profession­alità. Spero che si tratti solo di uno spiacevole equivoco». Chiarirlo, adesso, sarà compito della magistratu­ra.

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La vittima Il caso di Amate Gueye, giocatore di basket veronese (milita nella Virtus Isola della Scala in C Silver), è in mano alla procura

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