Il Comune vende Ceriale D’Arienzo rimpiange Tosi
Palazzo Barbieri punta a incassare 1,1 milioni di euro. Il deputato Pd: «Distrutti i sogni dei veronesi»
Il Comune di Verona dà il via libera alla messa in vendita della colonia estiva di Ceriale. Su proposta dell’assessore al Patrimonio, Edi Maria Neri, la giunta comunale ha deciso di chiudere definitivamente una vicenda che si trascinava ormai da diversi anni. «Troppi costi e nessun ricavo – ha spiegato l’assessore Neri – per uno stabile che cade letteralmente a pezzi e che da anni non dà alcun ricavo ma solo spese crescenti».
La colonia marina in provincia di Savona, meta abituale in passato per migliaia di veronesi, è di proprietà per metà della Provincia di Verona, mentre l’altro 50 per cento è suddiviso tra tutti i 98 Comuni scaligeri. La base d’asta del complesso turistico (palazzina a tre piani, edificio annesso, grande parco e spiaggia riservata) è di 6 milioni e 350mila euro. Se si riuscisse ad ottenere quella cifra, la quota spettante al Comune di Verona sarebbe di un milione e 100 mila euro.
La vendita è al centro da tempo di polemiche. Nel febbraio 2016, il presidente della Provincia, Antonio Pastorello, aveva dato l’ultimatum: bisogna vendere, aveva detto, e chiediamo a tutti i sindaci di lasciarcelo fare. Il Comune di Verona, con la giunta Tosi, era stato allora l’unico a dire di no. Puntando sull’intervento di privati per creare un sistema misto, che fosse in grado di gestire la situazione.
In campagna elettorale Michele Croce (leader di Verona Pulita, il movimento cui appartiene l’assessore Neri) aveva tuonato che la vendita era assolutamente necessaria, e che il ricavato avrebbe potuto pagare la bonifica dei terreni all’Arsenale di Borgo Trento.
Dieci giorni fa, Pastorello ha ripresentato la sua proposta. E ieri la giunta comunale ha dato ufficialmente il suo assenso (dopo che quello degli altri 97 Comuni scaligeri era arrivato da tempo).
Nettamente contrario alla cessione è sempre stato, invece, il deputato del Pd, Vincenzo D’Arienzo che adesso sospira un romanesco «aridatece Flavio Tosi!». Secondo D’Arienzo «la casa delle vacanze sociali dei veronesi viene venduta per fare cassa e Sboarina distrugge il sogno di tanti che lì hanno passato le proprie vacanze e il futuro di altrettanti che potevano ancora andarci».
Secondo il parlamentare Pd è «una scelta assurda, per un gioiello sul quale da anni si riversano appetiti di vario genere», mentre si sarebbe potuta «esplorare un’altra strada, quella da me proposta: realizzare un sistema misto pubblico-privato consentendo al privato di ristrutturare la colonia e conseguentemente di gestirla nei prossimi anni a prezzi calmierati per gli ospiti veronesi nel periodo centrale delle ferie estive e liberamente nei mesi restanti. Sboarina – sottolinea D’Arienzo - in pochi mesi ha distrutto tutto, il passato ed il futuro, per non fare la fatica di verificare interessi diversi che consentissero a Verona di mantenere la proprietà, il che dimostra quanto sia debole il pensiero sociale di questa amministrazione, che anziché alleviare i costi delle vacanze degli anziani, li costringerà a spendere di più. Di fronte a questa prospettiva – conclude D’Arienzo - non senza imbarazzo, mi viene da gridare: arridatece Tosi! Il che è tutto dire…».
Neri Lo stabile cade a pezzi, ci sono troppi costi e pochi ricavi