Scuola -lavoro Primo stage per 15 mila
Parte l’alternanza scuola-lavoro. E all’Aleardi si fa in Cina
Immaginate di piazzare, in un Paese piagato da disoccupazione giovanile a livelli record, quindicimila persone in diversi enti e aziende, in una provincia che ha meno di novecentomila abitanti. Certo, il posto è temporaneo, non è pagato (fa parte di un progetto di formazione) ma gli intrighi burocratici, le carte da firmare - benché quasi tutto viaggi via digitale - la durata (dalle 200 alle 400 ore) complicano comunque un bel po’ la vita. Quest’anno scolastico è quello in cui l’alternanza scuola - lavoro entra a regime: significa che la faranno tutti gli studenti per cui è prevista, dalla terza alla quinta superiore.
Il loro numero supera le quindici migliaia e si prospetta un lavoro enorme per le segreterie didattiche, ma anche per gli enti che faranno da mediatori. Tra questi, dall’anno scorso c’è la Camera di Commercio, uno dei big se si guardano ai percorsi messi a disposizione. Sono 1.634: significa, cioè, che uno studente su dieci impegnato, nel Veronese, nell’alternanza scuola - lavoro, passerà, anche indirettamente, per la sede di corso Porta Nuova.
Il portale dedicato dall’ente a questi progetti, che riunisce seicento imprese registrate sul territorio, è stato aperto lo scorso anno, ma è cresciuto esponenzialmente negli ultimi tempi. « Nel giro di 4 mesi i posti a disposizione sono raddoppiati - spiega Silvia Nicolis, componente di Giunta della Camera di Commercio – l’alternanza è il vero ponte tra scuole e lavoro per questo abbiamo promosso un bando che eroga 315mila euro in voucher per incentivare ulteriormente le imprese ad accogliere gli studenti».
Tra i tanti «stage» (in ambito scolastico, però, si preferisce non utilizzare questo termine) prevalgono le attività tecniche, soprattutto nel settore edilizio. Seguono le cooperative di educatori professionali e di tecnici del reinserimento sociali. Pesa per circa un quarto l’offerta in uffici, negozi e ristoranti: molti dei quali offrono attività di cameriere e di servizio in sala. Così come il lavoro negli hotel, è la scelta più gettonata per gli istituti alberghieri. E i fast food? Com’è noto McDonald’s (e altri) hanno una convenzione a livello nazionale, ma non risultano che ci siano percorsi per singoli studenti avviati, almeno per il momento, in provincia.«La sfida più grande nota Mario Bonini, coordinatore dei presidi delle superiori veronesi - è fare in modo che i ragazzi facciano esperienze attinenti al loro corso di studi. Finora non è stato difficile trovare aziende e altre realtà disposte a collaborare, tuttavia ci sarà ancora lavoro per aumentare l’affinità con l’indirizzo scelto».
Gli studenti del classico richiedono (e sono richiesti) soprattutto da biblioteche e archivi (incluso quello di Stato nel capoluogo): in molti hanno aderito al progetto della diocesi Verona Minor Hierusalem, facendo da guide in alcune chiede del centro storico e di Veronetta. Per lo scientifico, molte offerte arrivano dall’ambito medico, in particolare dalle Usl. Nel settore professionale, infine, non mancano imprese artigiani, dai laboratori alle carrozzerie. «Siamo attualmente soddisfatti della risposta degli studenti e delle imprese - spiega Laura Parenti, responsabile del settore per l’Ufficio scolastico provinciale. Sono molto importanti le verifiche, che vengono condotte al termine di ogni singolo percorso formativo: a breve avremo i primi risultati d’insieme». Ieri, alla Camera di Commercio è stato presentato il premio «Storie d’alternanza», che raccoglierà alcuni dei racconti dei progetti svolti nel corso di quest’anno scolastico. Quelle originali non dovrebbero mancare: tra i presenti, infatti, diversi studenti dell’istituto Aleardi, che hanno svolto parte dell’alternanza in Cina, presso enti che si occupano di turismo culturale.
Il premio «Storie d’alternanza» seleziona le migliori esperienze