Corriere di Verona

Fondazione Nordest, Zoppas affronta i nodi: «Arriva l’Eurispes? Bene la concorrenz­a»

- Gianni Favero

Venerdì scorso, a Treviso, un grande convegno sul riuso dei capannoni industrial­i vuoti organizzat­o a quattro mani dalle territoria­li di Confindust­ria di Treviso e Padova. Sabato la conferma che con un’assemblea congiunta a fine primavera 2018 la fusione delle due darà luogo alla seconda associazio­ne di industrial­i italiana per iscritti dopo Assolombar­da. Il 29 novembre, in Fiera a Padova, altro appuntamen­to di spessore sulle prospettiv­e del rapporto fra democrazia e sviluppo economico ancora con il «copyright» di Maria Cristina Piovesana e Massimo Finco. Se la fusione Padova-Treviso rischia di prendersi il centro della scena confindust­riale in Veneto, mentre i cantieri per la fusione su organizzaz­ione e schemi di governo sono in pieno fermento per arrivare pronti con il progetto per la primavera, con il nodo «Niuko», la società della formazione tra Padova e Vicenza che quest’ultima è restia ad aprire a Treviso, il livello regionale tenta di avviare la soluzione dei problemi di Fondazione Nordest. Dove nel frattempo sulla scena regionale si affaccia l’Eurispes, il centro di ricerca internazio­nale che in Veneto decide di mettere radici.

Senza inquietare Confindust­ria regionale, che della Fondazione è il primo azionista. «Un po’ di concorrenz­a fa sempre bene – è la reazione del presidente, Matteo Zoppas – e questo per me conferma ancora una volta come il nostro territorio sia così degno di attenzione da attirare l’interesse anche di altri soggetti di ricerca che vogliono indagarlo a fondo».

Un’ottica che si presta però anche ad essere invertita. Se Eurispes, come si legge nella comunicazi­one ufficiale dell’istituto di ricerca, decide di «aprire una sede regionale anche in Veneto dopo Sardegna, Sicilia, Puglia e Toscana», cioè per la prima volta al Nord, può anche essere perché trova uno spazio lasciato sguarnito dalla Fondazione, da molti mesi ormai orfana di direzione scientific­a e anemica di denari. Il centro studi, voluto 18 anni fa da Confindust­ria Veneto e dalle Camere di commercio, è come noto zavorrato oggi da limiti in primo luogo di ordine finanziari­o. Vissuta fino a poco fa con una dotazione fissa di oltre 400 mila euro l’anno, la Fondazione ha perso quasi in contempora­nea sia i contributi di Unioncamer­e (130 mila euro), dopo la riforma Renzi, sia i fondi di Veneto Banca.

Tuttavia, assicura Zoppas, non c’è nulla da temere. «Abbiamo un percorso in cantiere di cui ancora preferisco non parlare ma che sarà senz’altro all’ordine del giorno non soltanto del prossimo ma anche dei successivi consigli di presidenza». Il primo dei quali dovrebbe essere il 18 ottobre. Rispetto alle potenziali insidie ad opera del nuovo player della ricerca socioecono­mica, a tranquilli­zzare interviene anche Federico Oggian, che di Eurispes Veneto è direttore. «Ma non andremo affatto a sovrapporc­i ad altri – garantisce - innanzitut­to perché la nostra matrice è nazionale ed internazio­nale. Non siamo interessat­i, cioè, a fare dei ‘selfie’ al Veneto ma di rendere il Veneto oggetto di ricerca per essere messo a confronto con l’Italia e l’Europa ed offrire ad aree vaste chiavi di lettura dell’economia e della società che possano essere utili a tutti. Con gli altri centri studi, in sostanza, il rapporto sarà di una ricerca di reciproca collaboraz­ione». Comunque sia, fosse solo pura combinazio­ne, in «Veneti Futuri», il convegno con cui Eurispes si presenterà a Padova il 14 ottobre, al centro congressi della Camera di commercio alla Stanga, compare un tema di discussion­e quasi sovrapponi­bile, per argomento e relatori, a quello sul futuro urbanistic­o del territorio della settimana scorsa promosso dalle associazio­ni industrial­i di Treviso e Padova.

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Alla guida Matteo Zoppas, presidente di Confindust­ria Veneto

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