Un tridente spregiudicato per ridare «verve» all’Hellas
Kean-Pazzini-Cerci insieme, la svolta di Torino. E con il Benevento?
Un tridente tutto nuovo per Fabio Pecchia. L’allenatore dell’Hellas, nelle prime sette giornate di campionato, ha testato innumerevoli soluzioni, ruotando ruoli e giocatori. La costante che è rimasta invariata, invece, è il modulo, declinato in forme diverse a seconda dell’esigenza del momento. Un 4-3-3 che ha assunto i connotati del 4-5-1 (o 4-14-1) o del 4-3-2-1, ma che è sempre stato ancorato all’idea della punta centrale supportata da due riferimenti in appoggio.
Nel tourbillon delle scelte, Pecchia, a Torino, nell’ultima gara prima della sosta della Serie A in osservanza agli impegni delle nazionali, ha sperimentato la pattuglia offensiva composta da Giampaolo Pazzini, Moise Kean e Alessio Cerci. L’ha fatto con successo, se è vero com’è vero che l’Hellas, con questo tipo di assetto, ha ripreso il Toro, guadagnandosi un pareggio che proprio nei tre là davanti ha avuto gli ispiratori. Cerci ha creato i presupposti per entrambe le marcature che hanno portato al 2-2 finale. Kean ha deviato in rete il pallone con cui il Verona ha ridotto le distanze, mentre Pazzini ha trasformato il calcio di rigore che ha fissato il risultato. Soprattutto, si è visto un Hellas più spregiudicato e, anche per questo, in grado di mettere sotto continua pressione l’avversario. In estate, in realtà per pochi giorni, si parlò del possibile tridente «CaPaCe» per i gialloblù (Cassano più Pazzini più Cerci). Ora, mutata la sillaba di partenza, si può pensare a una batteria d’attacco «KePaCe». Tralasciando i giochi verbali, il Verona qualche certezza in più, nel reparto avanzato, sente di averla trovata.
Il mestiere del Pazzo, la freschezza di Kean, la tecnica di Cerci: dalla somma di queste qualità l’Hellas può ottenere chance ulteriori per la salvezza. Lo stesso Cerci, intervenuto ai microfoni di Mediaset, spiega: «La strada è quella giusta. Mi manca il gol, intanto mi fa piacere aver servito degli assist, perché questa è una mia caratteristica precisa. Dopo la prestazione di valore con il Torino, servirà giocare una grande partita con il Benevento».
Con i numeri che affermano con chiarezza che l’ultimo Verona ha costruito occasioni da gol, segnato e tirato in porta, facendo meglio di quanto gli fosse riuscito nei precedenti sei turni (sono state ben nove le conclusioni nello specchio), Pecchia si muove nella direzione della continuità. Restano, tuttavia, tre incognite da risolvere, nel tragitto che porta alla delicata sfida con il Benevento. Cerci, col Torino, è tornato a giocare un’intera partita dopo due anni. La sua tenuta è da verificare. Kean, invece, è alle prese con un risentimento al quadricipite destro e soltanto nei prossimi giorni sarà possibile capire se verrà recuperato in tempo. Infine, Pazzini. Il capitano ha iniziato dalla panchina quattro partite su sette. Ci sarà o no, al via, con il Benevento? Non è il caso di sfogliare troppo la margherita. Il tridente che può risollevare l’Hellas, per adesso, somiglia a un punto interrogativo.