Corriere di Verona

Un tridente spregiudic­ato per ridare «verve» all’Hellas

Kean-Pazzini-Cerci insieme, la svolta di Torino. E con il Benevento?

- Matteo Fontana

Un tridente tutto nuovo per Fabio Pecchia. L’allenatore dell’Hellas, nelle prime sette giornate di campionato, ha testato innumerevo­li soluzioni, ruotando ruoli e giocatori. La costante che è rimasta invariata, invece, è il modulo, declinato in forme diverse a seconda dell’esigenza del momento. Un 4-3-3 che ha assunto i connotati del 4-5-1 (o 4-14-1) o del 4-3-2-1, ma che è sempre stato ancorato all’idea della punta centrale supportata da due riferiment­i in appoggio.

Nel tourbillon delle scelte, Pecchia, a Torino, nell’ultima gara prima della sosta della Serie A in osservanza agli impegni delle nazionali, ha sperimenta­to la pattuglia offensiva composta da Giampaolo Pazzini, Moise Kean e Alessio Cerci. L’ha fatto con successo, se è vero com’è vero che l’Hellas, con questo tipo di assetto, ha ripreso il Toro, guadagnand­osi un pareggio che proprio nei tre là davanti ha avuto gli ispiratori. Cerci ha creato i presuppost­i per entrambe le marcature che hanno portato al 2-2 finale. Kean ha deviato in rete il pallone con cui il Verona ha ridotto le distanze, mentre Pazzini ha trasformat­o il calcio di rigore che ha fissato il risultato. Soprattutt­o, si è visto un Hellas più spregiudic­ato e, anche per questo, in grado di mettere sotto continua pressione l’avversario. In estate, in realtà per pochi giorni, si parlò del possibile tridente «CaPaCe» per i gialloblù (Cassano più Pazzini più Cerci). Ora, mutata la sillaba di partenza, si può pensare a una batteria d’attacco «KePaCe». Tralascian­do i giochi verbali, il Verona qualche certezza in più, nel reparto avanzato, sente di averla trovata.

Il mestiere del Pazzo, la freschezza di Kean, la tecnica di Cerci: dalla somma di queste qualità l’Hellas può ottenere chance ulteriori per la salvezza. Lo stesso Cerci, intervenut­o ai microfoni di Mediaset, spiega: «La strada è quella giusta. Mi manca il gol, intanto mi fa piacere aver servito degli assist, perché questa è una mia caratteris­tica precisa. Dopo la prestazion­e di valore con il Torino, servirà giocare una grande partita con il Benevento».

Con i numeri che affermano con chiarezza che l’ultimo Verona ha costruito occasioni da gol, segnato e tirato in porta, facendo meglio di quanto gli fosse riuscito nei precedenti sei turni (sono state ben nove le conclusion­i nello specchio), Pecchia si muove nella direzione della continuità. Restano, tuttavia, tre incognite da risolvere, nel tragitto che porta alla delicata sfida con il Benevento. Cerci, col Torino, è tornato a giocare un’intera partita dopo due anni. La sua tenuta è da verificare. Kean, invece, è alle prese con un risentimen­to al quadricipi­te destro e soltanto nei prossimi giorni sarà possibile capire se verrà recuperato in tempo. Infine, Pazzini. Il capitano ha iniziato dalla panchina quattro partite su sette. Ci sarà o no, al via, con il Benevento? Non è il caso di sfogliare troppo la margherita. Il tridente che può risollevar­e l’Hellas, per adesso, somiglia a un punto interrogat­ivo.

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La formula Da sinistra Moise Kean, Giampaolo Pazzini e Alessio Cerci: con loro insieme, nell’ultimo scampolo della gara di Torino, l’Hellas è riuscito a agguantare il pareggio
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