«Piazza Bra e Arena, serve un nuovo accordo con il sindaco Sboarina»
Magani: «Spettacoli in anfiteatro, va garantito l’equilibrio»
Dalla sicurezza in Piazza Bra agli spettacoli in Arena, passando per la questione dell’ex Arsenale e la gestione della moltitudine di eventi in programma in centro nei prossimi mesi. Il soprintendente Fabrizio Magani fa il punto delle partite aperte e parla della necessità di un «nuovo accordo con il sindaco Sboarina».
Dalla sicurezza in Piazza Bra agli spettacoli in Arena, passando per la questione dell’ex Arsenale e la gestione della moltitudine di eventi in programma in centro nei prossimi mesi. La parola d’ordine, negli uffici della Soprintendenza all’ex Dogana è «dialogo». E il soprintendente Fabrizio Magani accetta volentieri di fare il punto della situazione alla vigilia di una serie di scelte che potrebbero risultare decisive per la città. A partire proprio dal suo «cuore», quella Bra che deve contemporaneamente soddisfare le richieste di migliaia di turisti e spettatori e garantirne la sicurezza.
Dottor Magani, si va sempre di più verso una piazza «blindata»?
«Prima di tutto, vorrei ricordare che esiste già da tempo un accordo di gestione con il Comune per quel che riguarda eventi e utilizzo della piazza. Bisogna però tener conto del superamento della realtà da parte dei fatti stessi e mi auguro che il sindaco voglia sostenere un nuovo accordo. In questo senso, gli incontri delle scorse settimane sono stati positivi».
Si parla di barriere a scomparsa al posto dei jersey...
«Credo si tratti di una soluzione già adottata anche in altre città e personalmente la ritengo attuabile anche in Bra. Non dovrebbero esserci problemi con eventuali scavi considerando che l’intervento dovrebbe essere decisamente poco invasivo. Ma al momento non ci è stato sottoposto alcun progetto. Penso che la via migliore sarebbe quella di chiudere la Bra al traffico tout court e pedonalizzarla, ma mi rendo conto delle esigenze della viabilità cittadina».
La nuova giunta ha promesso meno eventi in centro per coinvolgere tutte le zone della città. Una linea «caldeggiata» da tempo anche dalla Soprintendenza...
«La filosofia alla base è quella di tener conto della vita della piazza in sé. Pensiamo ancora alla Bra: non la si può certo immaginare come una piazza d’armi. È un universo che deve necessariamente essere in grado di tenere insieme, veronesi, turisti, monumento e la piazza stessa. A volte c’è il rischio che scatti l’effetto “sovraffollamento” a causa del quale l’Arena non la si guarda nemmeno più».
Un monumento da salvaguardare prima di ogni altro?
«La questione del restauro dell’anfiteatro, come ho ribadito la settimana scorsa al sindaco Federico Sboarina, è improcrastinabile. Stiamo parlando di un’urgenza messa nero su bianco già ai tempi della sottoscrizione dell’Art Bonus con il soprintendente Tiné. L’idea è proprio quella di attualizzare quell’accordo di cui parlavo prima. Noi vogliamo in primo luogo semplificare la burocrazia».
Anche per quel che riguarda tutto ciò che è extra-lirica?
«Non va dimenticato che in base a un decreto degli anni Sessanta, l’Arena è classificata come “Teatro all’aperto” da destinare a un ente lirico. Non si può mai dimenticare la questione dell’equilibrio tra l’evento e la tutela del bene culturale. E nella valutazione finale, va anche tenuto conto della tipologia di pubblico che uno spettacolo attrae: c’è differenza tra i melomani e i fan di un gruppo rock».
Nel frattempo, la nuova amministrazione ha messo una pietra tombale sul progetto del project financing per l’Arsenale...
«Purtroppo nell’ex complesso asburgico la situazione è decisamente precaria dal punto di vista della conservazione dei luoghi. E dal sottoscritto era partita una diffida a operare nei confronti del Comune. Mi risulta che sia stata accantonata una somma (400mila euro, ndr) per l’immediato intervento di manutenzione delle coperture e lo ritengo un risultato apprezzabile. Per il futuro del compendio, si vedrà quale sarà la decisione del Comune».
Fabrizio Magani Fosse per me chiuderei piazza Bra al traffico. Le barriere a scomparse? Ok, ma manca il progetto