Nel fossato con l’auto e poi investito
Travolta a 85 anni sulla rampa del garage: l’auto sfuggita al controllo del coniuge. «Erano sempre insieme»
«Aiuto». Urlava El Mahdi El Hamra, marocchino di 23 anni, morto dopo che l’auto che conduceva e su cui c’erano anche due amici è finita in un fosso. Lui è crollato sull’asfalto e un’auto lo ha travolto.
(an. pe.) «Erano sempre insieme, sposati da una vita, non si lasciavano un attimo. Anche ieri (venerdì per chi legge, ndr) erano usciti assieme. Quando sono tornati lei è scesa dall’auto, come facevano sempre...». Racconta così quanto è accaduto uno dei tre figli di Piera Righetti e Guido Turrini. Ma qualcosa, venerdì mattina, non è andato come sempre. Perché il geometra Guido, 86 anni, ha investito sua moglie Piera - di un anno più giovane - sulla rampa del garage di casa, in via Aida, in Borgo Santa Croce. «Lei subito sembrava stare abbastanza bene. Era lucida, tanto che ha detto a mio padre di chiamare l’ambulanza. Pensavamo si fosse rotta la massimo un femore e invece...». Invece Piera non stava per niente bene.È stata portata in Borgo Trento dove è stata ricoverata in rianimazione.
«Condizioni disperate», dicevano venerdì sera i medici. Talmente disperate che ieri mattina Piera è morta. Stando a quanto ricostruito finora dagli agenti del nucleo infortunistica della polizia municipale, marito e moglie erano tornati a casa dopo aver sbrigato delle commissioni con la loro Toyota Land Cruiser con il cambio automatico, verso le 10. Davanti al garage, Piera è scesa dall’auto e ha cominciato a camminare sul lato della rampa. Il marito ha iniziato la discesa. «Non so cosa sia successo. Forse mi è scivolato il piede sui pedali...», ha detto agli agenti. L’auto è schizzata, prendendo in pieno Piera. Il marito, dopo aver chiamato l’ambulanza, è rimasto attonito a guardare. «Era in stato di choc, distrutto dal dolore», hanno raccontato i vicini. La polizia municipale ha avvisato il pubblico ministero di turno, Federica Labate. Guido Turrini è stato iscritto sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Un atto dovuto, per stabilire anche in che condizioni psicofisiche si trovasse al momento dell’incidente. Non verrà indagato per omicidio stradale, visto che il fatto è avvenuto in un’area privata. Ieri mattina i vigili sono tornati in via Aida per fare altri rilievi. Quindici giorni fa, a Mozzecane, era morto in un incidente simile un sessantenne. Luigi Aldegheri era stato investito dalla moglie. Anche lui era sulla rampa del garage di casa ed è deceduto dopo una settimana d’agonia.
«Sono incidenti che non rientrano nelle statistiche - spiega il comandante della polizia municipale Luigi Altamura - perché non vengono contemplati dal codice della strada. Ma sono sempre più frequenti. A volta sono causati dalla disattenzione, dalla sicurezza di fare una manovra che si à già fatta centinaia di volte, ma che in un solo momento può diventare fatale. Poi bisogna riflettere seriamente sulle condizioni psicofisiche di chi guida. L’età non c’entra. Se uno è in buone condizioni, nessuno può togliergli la patente. Ma deve essere fatto un reale controllo medico da parte di chi rilascia l’autorizzazione alla guida».