Corriere di Verona

L’Hellas aspetta il Benevento, Chievo col Sassuolo

Domani al Bentegodi l’ipotesi del tridente Cerci-Kean-Pazzini

- Matteo Fontana

Sarà un lunedì con il brivido, quello dell’Hellas. Già, perché domani i gialloblù sfideranno in casa il Benevento, e dire che si tratterà soltanto di una delle tante partite che mancano da qui alla fine del campionato avrebbe un suono banale e pure un po’ troppo furbesco.

Si affrontano due squadre che, superata la soglia dei sette turni, sono a digiuno di vittorie e occupano gli ultimi posti nelle classifich­e per gol fatti (tre per il Verona, due per il Benevento) e subiti (16 e 18). L’adattament­o alla Serie A, dopo la promozione della scorsa stagione, ha richiesto il pagamento di un dazio elevato tanto agli uni quanto agli altri.

L’Hellas, ringalluzz­ito dal 2-2 in rimonta colto a Torino prima della sosta, avrà dalla sua il fattore campo. Prendersi i tre punti significhe­rebbe tracciare una prima svolta nel cammino gialloblù verso la salvezza: «Pensiamo soltanto a vincere», dice Fabio Pecchia, che svolge il compito istituzion­ale dell’allenatore che deve togliere pressione all’impegno. Il tecnico del Verona, tuttavia, è il primo a essere consapevol­e che lo snodo è scottante e che sbagliare non si può. Con il Benevento, inoltre, inizierà un tour de force che nel giro di due settimane prevederà quattro partite da affrontare: domenica il derby con il Chievo, mercoledì l’Atalanta a Bergamo, lunedì 30 ottobre l’Inter al Bentegodi.

Non è il momento di pronunciar­e verdetti, ma l’Hellas, dopo il segnale forte dato con il Toro, deve raccoglier­e: «Dobbiamo crescere in fase realizzati­va, perché creiamo tanto e altrettant­o sciupiamo. Per fare gol ci vuole ferocia agonistica, ed è con i gol che si vincono le partite», raccomanda Pecchia, che detta il programma da seguire per dare la caccia alla salvezza. Intanto, dunque, battere il Benevento, che è stato a lungo in ritiro a Roma per preparare questa gara e che ha nel vecchio amico gialloblù Marco Baroni – nell’Hellas da giocatore dal 1995 al 1998 e da vice di Alberto Malesani in panchina nel 20022003 – un allenatore in bilico, per quanto blindato dalle recenti dichiarazi­oni del patron del club campano, Oreste Vigorito, che ha assicurato che non lo esonererà neppure in caso di tonfo a Verona.

L’Hellas ha davanti a sé altre due sedute per affinare la preparazio­ne, stamattina e domani, con la sgambata di rifinitura, a Peschiera del Garda. Pecchia può guardare con soddisfazi­one al recupero di Zaccagni ed Heurtaux, che si erano fermati venerdì e che già ieri sono rientrati in gruppo (resta fuori Alex Ferrari, bloccato da un edema osseo al perone che richiederà pazienza per essere assorbito), mentre lascia in sospeso la scelta del sostituto di Bruno Zuculini, stoppato dal giudice sportivo dopo l’espulsione rimediata contro il Toro: «Sia Fossati che Büchel, che ha superato un attacco febbrile, sono in buona condizione. Hanno caratteris­tiche diverse, ma questo cambierà poco in campo».

Un testa a testa che si risolverà agli sgoccioli del prepartita, mentre Pecchia, circa la batteria offensiva, non chiude la porta al tridente formato da Cerci, Kean e Pazzini: «Cerci può sempre fare la differenza e in futuro ci riuscirà ancora di più. C’è bisogno di tempo per riaverlo ai suoi livelli migliori, ma i suoi colpi arriverann­o sempre. Quanto a Kean e Pazzini, possono coesistere. Il Pazzo ha saputo essere determinan­te anche da subentrato, offrendo sempre un grande contributo, come si è visto nel match di Torino. Ed è proprio questo che chiedo ai miei giocatori».

Il Verona si prepara all’assalto. Il Benevento ha già seminato le trappole. L’Hellas, per non inciamparc­i, dovrà disinnesca­rle.

L’allenatore Cerci fa la differenza, Kean e Pazzini possono coesistere

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