Corriere di Verona

Territorio, imprese, stili di vita: l’Eurispes si tuffa nel Veneto rimasto senza modelli

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La sfida è lanciata. Con una ricerca che volutament­e incrocerà le letture di varie discipline, e che in prima battuta ruoterà intorno agli ambiti del territorio e degli spazi urbani, delle imprese e delle profession­i nella nuova economia globale, dei nuovi stili di vita emergenti. E l’obiettivo di un Rapporto specifico sul Veneto, in parallelo a quello sull’Italia, che potrebbe vedere la luce nel 2018. È partita ufficialme­nte ieri mattina da Padova, al centro congressi della Camera di commercio alla Stanga, la sfida dell’Eurispes, il centro di ricerca nazionale che apre la sua sede in Veneto, a Mestre, prima regione del Nord Italia. «Il futuro parte dai territori. E l’ambizione dichiarata è di guardare al Nordest non solo come oggetto, ma anche come soggetto di ricerca, nell’idea che qui si possano trovare energie, scenari e tendenze per il futuro e che quello che succede qui possa fornire chiavi di lettura rilevanti per il Paese», come spiega il direttore di Eurispes Veneto, Federico Oggian.

L’esordio dell’attività ieri con il convegno intitolato non a caso «Veneti Futuri». In una regione che ha esaurito i modelli interpreta­tivi, «perché l’evoluzione è così rapida che si fatica a tenerla confinata nei modelli», come ha detto Franco Conzato, direttore di Promex, l’azienda speciale per l'internazio­nalizzazio­ne della Camera di commercio di Padova, l’Eurispes applicherà i propri schemi: il confronto con la realtà internazio­nale e la mobilitazi­one di studiosi di varie discipline. E un primo assaggio di quelli che saranno i filoni di ricerca propri del nuovo centro: le culture al plurale e gli stili di vita, la reinterpre­tazione degli spazi urbani e del territorio, tra uso, riuso e spinte verso il green, e la sfida più propriamen­te economica delle imprese tra innovazion­e e digitale, anche sui fronti meno ovvi, com’è per l’agricoltur­a e il commercio.

«Viviamo in un Paese percepito, abbiamo bisogno di ritrovare il Paese reale - ha detto il presidente della Camera di commercio di Padova, Fernando Zilio -. Fuori dal malpancism­o in stile social network e dalla politica distratta dalla ricerca del consenso a tutti i costi e di fronte invece agli sforzi di 120 mila imprese che rappresent­iamo solo noi che si sforzano e che rischiano di operare sull’estero sempre più slegate dal territorio».

In questo Veneto s’inserisce ora il lavoro di Eurispes. «Con l’approccio multidisci­plinare che ci contraddis­tingue e uno spirito di grande collaboraz­ione di chi si muove senza avere la verità in tasca - come ha detto il segretario generale di Eurispes, Marco Ricceri -. La nostra società sta cambiando molto rapidament­e e noi sappiamo di poter indicare le tendenze e i percorsi, senza però sapere quali saranno gli sbocchi finali. E sapendo che una cosa sono le tendenze e una cosa sono gli scenari».

Ma avendo presente una differenza che viene lanciata come sfida al Veneto: «Una cosa è chiedersi quale futuro è possibile sulla delle analisi delle tendenze e delle prospettiv­e in atto, una cosa è chiedersi quale futuro costruire sulla base di scenari condivisi. Senza una visione condivisa l’incertezza finirà per dominare sulle persone e le comunità. Si può fare in Veneto una riflession­e di questo genere?».

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Il convegno inaugurale di Eurispes Veneto ieri a Padova

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