Sboarina con la giunta in pellegrinaggio «Chiedo protezione»
Il sindaco Federico Sboarina con la sua giunta ieri in pellegrinaggio al santuario di Madonna della Corona, per il voto fatto prima del ballottaggio. «Ho chiesto protezione per Verona», ha spiegato il sindaco.
Per capire perché ieri mattina l’intera giunta comunale veronese capitanata dal sindaco Federico Sboarina abbia percorso in pellegrinaggio la ripida scalinata che da Brentino Belluno porta al santuario di Madonna della Corona, poco sotto Spiazzi sulle pendici del Baldo, bisogna tornare indietro alla metà di giugno.
L’11 di quel mese, data del primo turno delle elezioni comunali, non è un giorno di festa per Sboarina. Il candidato di Battiti sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia è sì approdato al ballottaggio come da previsioni, ma l’avversario non è quello atteso, Orietta Salemi del Pd, ma Patrizia Bisinella, compagna di Flavio Tosi.
È uno choc. Il derby interno al centrodestra viene vissuto da Sboarina e affini con sgomento non tanto per la paura di perdere in sé e per sé (i sondaggi per altro lasciano aperto ogni esito), quanto per quella di veder trionfare politicamente l’uomo che, dopo averlo combattuto con ogni mezzo per cinque anni in seguito al traumatico divorzio del 2012, era stato frettolosamente considerato sconfitto prima del voto. Tosi, però, è risorto come l’Araba Fenice. E il morale della truppa, in quel momento, è ai minimi. Le facce nere, torve, depresse. La strategia elettorale da ripensare da zero.
Allo sbandamento iniziale segue il tentativo di riguadagnare fiducia e convinzione in se stessi. Nel weekend tra primo e secondo turno, Sboarina si prende una pausa dalla campagna elettorale e se ne va nel buon retiro di famiglia a Castelletto di Brenzone. Luogo del cuore, ideale per ricaricare le batterie. Porta con se Lorenzo Fontana, l’europarlamentare leghista che, più di tutti, ha spinto per fare di lui il candidato unitario del centrodestra non tosiano. «È stato quello il momento della svolta», raccontano i due. È Fontana che propone di far un voto: pellegrinaggio a Madonna della Corona in caso di vittoria delle elezioni. «Ho fatto voti anche prima delle elezioni europee, ho girato i santuari di mezza Europa», sorride. Sboarina accetta e alza la posta: «Va bene, ma con tutta la giunta».
Così ieri, a quattro mesi dalla vittoria al ballottaggio del 25 giugno, sindaco e assessori (unico assente Daniele Polato, impegnato in un viaggio di lavoro in Cina) si sono dati appuntamento a Palazzo Barbieri, hanno raggiunto Brentino Belluno, accolti dal sindaco Alberto Mazzurana, e hanno imboccato il Sentiero della Sapienza: un’ascesa di 2,2 chilometri per 600 metri di dislivello. Si sono uniti anche consiglieri comunali come il leghista Alberto Zelgher e Carla Padovani del Pd (unica esponente dell’opposizione) oltre a buona parte dello stretto entourage di Sboarina (tra cui il neodirettore generale del Comune Fabio Gamba).
La giornata particolarmente uggiosa, con nebbie e scarsa visibilità anche in quota, non ha permesso di apprezzare il panorama sulla val d’Adige che, via via che si sale, si fa sempre più mozzafiato, fino alla terrazza del santuario. Un luogo mistico che i monaci benedettini scoprirono già a partire dal dodicesimo secolo, quando arrivarono dall’abbazia di San Zeno i primi eremiti ed è oggi il più famoso santuario veronese (lo visitò anche papa Giovanni Paolo II, nel 1988, giungendo in elicottero) e frequentato da oltre centomila devoti ogni anno.
Ad arrivare in vetta per primo è un terzetto, composto dagli assessori Luca Zanotto (Viabilità), Ilaria Segala (Urbanistica) e Filippo Rando (Sport): un’ora e sei minuti, tempo molto buono. Alla spicciolata, poi, tutti gli altri, tra cui il sindaco: «Potevo arrivare per primo, ma non ho voluto strafare», sorride lui. In coda, per ultimo, un affaticato Stefano Bertacco (Istruzione e Sociale) che ci scherza sopra: «Alla partenza, nessuno pensava che sarei arrivato fino in fondo. Sono la metafora perfetta di Battiti, a cui nessuno dava una chance e invece ha vinto le elezioni».
Dopo gli abbracci, le pacche sulle spalle e i complimenti reciproci - il pellegrinaggio è anche una classica occasione di «team-building» per aumentare la coesione e la compattezza della squadra - il gruppetto si è recato all’interno della chiesa scavata nella roccia per ricevere dal parroco la tradizionale benedizione. «Cosa ho chiesto alla Madonna? Ho fatto una richiesta di protezione per Verona - dice Sboarina - di proteggerla soprattutto da chi vuole il male della città o da chi la vuole piegare ai suoi interessi personali». Nessun timore di mischiare sacro e profano o, peggio, di esser visto come un bacchettone? «Ma no, è stata un’occasione di stare tutti insieme - risponde il sindaco - E comunque faccio quello in cui credo e sono coerente con me stesso».
Federico Sboarina Ho fatto voti anche prima delle Europee, ho girato i santuari di mezza Europa Stefano Bertacco Nessuno pensava sarei arrivato in fondo. È la metafora di Battiti, che poi ha vinto le elezioni