Corriere di Verona

Gli scout scaligeri in prima linea agli albori della Protezione civile

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(a.c.) Lo scoutismo che a Verona ha grande radicament­o e tradizione, ebbe un ruolo di primo piano nella nascita della Protezione Civile Italiana. È la storia che racconta Enrico Giardini, giornalist­a de L’Arena, nel libro «Gli Scout nell’Emergenza», presentato ieri a Palazzo Barbieri in sala Arazzi. Un volume ricco di nomi e immagini che faranno la felicità dei tanti che, magari anche solo per pochi anni della loro vita, hanno portato il fazzoletto­ne al collo. Giardini scrive di come i discepoli scaligeri di Robert Baden-Powell, siano essi quelli cattolici dell’Asci (oggi Agesci) o quelli laici del Cngei, si trovarono in prima linea nel rispondere come volontari ausiliari alle grandi tragedie naturali dagli anni ‘60 quando, da un accordo tra Vigili del Fuoco e prefetture (bracci operativi del ministero dell’Interno) e associazio­ni scout nacque quella che è diventata una delle più rispettate istituzion­i nazionali: la Protezione Civile. L’anno chiave è il 1966, con le sue terribili alluvioni. Nel Bellunese, acqua e fango spazzano via il borgo di Cencenighe. Caso vuole che la giunta di Renato Gozzi abbia un assessore scout: Luigi Brentegani (a cui è intitolato il centro studi da cui Giardini ha attinto il materiale). E così, al motto di «Estote Parati» («Siate Pronti», uno dei mantra di Baden-Powell) la macchina scautistic­a veronese si mette in moto al servizio della neonata Protezione Civile. Non sarà certo la prima volta, come si può leggere nel libro, consultabi­le in tutte le bibliotech­e civiche cittadine.

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