I presidi alla ministra Fedeli «Autonomia nelle scelte»
BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) Sono trentacinque scuole e tutte insieme chiedono al governo «autonomia», nella scelta dei docenti. Nei giorni scorsi, la Rete territoriale delle scuole di Bassano del Grappa e Asiago ha scritto alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli con l’obiettivo di convincerla a cambiare il sistema di reclutamento degli insegnanti, in particolare dei supplenti.
«Ci permettiamo di rivolgerle un pubblico appello - si legge -, aiuti nel concreto le scuole ad uscire dalle infinite emergenze. Quelle che rendono sempre più difficile assolvere alla nostra responsabilità di dirigenti scolastici, ovvero garantire un “servizio scolastico pubblico” efficace». Da anni, il problema è sempre lo stesso: le scuole iniziano ma mancano docenti. E ne mancano ancora oggi, a quasi due mesi dallo squillo delle prima campanella.
«Mentre negli altri Paesi europei, l’assegnazione dei docenti e l’organizzazione del lavoro sono già pronti dal primo giorno di scuola, in Italia, anno dopo anno, è sempre un rebus», continua la lettera-appello. Nell’elenco delle criticità che devono affrontare i dirigenti scolastici, in cima alla lista ci sono le graduatorie da cui pescare chi insegnerà per qualche mese o, nella migliore delle ipotesi, per un intero anno. «I nostri studenti stanno ancora cambiando docenti, con le complicazioni che ben conosciamo - scrivono i presidi -, il caos invece di diminuire sta aumentando».
Anche sul fronte dei professori di ruolo ci sono problemi: alcuni, sulla carta, stanno lavorando nel Bassanese ma in realtà sono in attesa di tornare nelle province di residenza con nomine, ad esempio, nel sostegno. «Nell’incertezza qualcuno chiede periodi di aspettativa, altri si ammalano, chi resta sembra essere “tra color che sono sospesi”». Nel fotografare lo stato dell’arte i dirigenti avanzano alcune proposte: introdurre la chiamata diretta dei professori sulla base delle esigenze dell’istituto e di elenchi pubblici.
«Ci permetterebbe di confermare il docente dell’anno prima garantendo continuità didattica - continua la lettera -. Perché da ex sindacalista (Fedeli era funzionaria di Cgil, ndr) non contribuisce a vincere vecchi schemi assistenzialistici? Perché non propone un contratto che riconosca passione, dedizione e merito abolendo il criterio dell’anzianità di servizio? Perché non valorizza con la chiamata diretta il consiglio di istituto, riformandolo e arricchendolo della presenza degli enti locali?».
Le scuole di Bassano vorrebbero che venisse superata la «logica centralista che riduce le persone a numero» in nome di quella che chiamano «autonomia sussidiaria», ossia un diverso sistema di reclutamento del corpo docente, e pur permettendo trasferimenti, introdurre scelte territoriali. «Le nostre scuole cambierebbero marcia - concludono i dirigenti -, se i sindacati della scuola vogliono sopravvivere ed avere un senso devono uscire dal vecchio corporativismo: il cuore della scuola è il servizio agli studenti, non il destino dei docenti».
Il sistema delle graduatorie va superato per il bene della scuola La chiamata diretta ci permette di rispondere ai bisogni territoriali