Ondata nerazzurra al Bentegodi l’Hellas studia come arginarla
Domani c’è l’Inter, a Heurtaux e Caracciolo il compito di fermare Icardi
Il bicchiere si è svuotato come avesse avuto un buco sotto, dopo che a lungo ci si domandava se non ci fosse, invece, un tappo a impedire che si colmasse: «Ma è da quei 50’ con l’Atalanta che dobbiamo ripartire per la partita con l’Inter», dice Fabio Pecchia. La tradizionale figura retorica «liquida» scorta il Verona verso una gara, quella di domani al Bentegodi, dal pronostico chiuso, visto il margine di distacco, quanto a qualità e rendimento, che separa l’Hellas dai nerazzurri, ma che porta, allo stesso modo, a credere a un’impresa da compiere: «L’Inter è una squadra che ha giocatori che sono al top e un allenatore, Luciano Spalletti, che considero tra i migliori d’Europa, che ha talento e intuito. Mi ha diretto ai tempi in cui vestivo la maglia della Sampdoria e fu un piacere averlo come tecnico. Però io non penso a loro, ma a noi. Penso a come giocarcela con le nostre forze».
Realizzare l’improbabile (l’impossibile non esiste) è un pensiero che il Verona cura nel dettaglio a Peschiera del Garda. Stamattina è in programma l’ultima seduta tattica, domani la sgambata con cui i gialloblù completeranno la preparazione. In quel momento le decisioni saranno prese e Pecchia chiuderà il cerchio sulle opzioni tattiche e sugli uomini da impiegare per scalare la montagna di una sfida che non è un testacoda, ma poco ci manca. Al solito, gli toccherà fronteggiare un elenco di assenze per nulla snello: «Chi recupero tra Caceres, Ferrari e Valoti? Nessuno», taglia corto lui. Per tutti e tre, se ne riparlerà per la trasferta di domenica prossima a Cagliari.
Sebbene i forfait non manchino, Pecchia ha davanti a sé un ventaglio di soluzioni che non è così ristretto. Molto dipenderà dall’assetto cui l’avvocato di Lenola farà ricorso per arginare l’ondata interista. A Bergamo ha schierato il Verona con il 4-4-2 e l’ipotesi non è finita in soffitta: «Finché non siamo andati in svantaggio abbiamo retto bene in difesa e siamo riusciti a creare più occasioni da gol – commenta –, ma al di là del modulo a contare è sempre l’interpretazione».
Cortina fumogena ovvia, a coprire le mosse per domani, secondo la logica del prepartita, ma anche con una certezza dichiarata: «Al centro della difesa ci saranno Caracciolo ed Heurtaux». L’Inter spianerà il massimo della potenza di fuoco a disposizione, tra Perisic, Candreva e Icardi, giusto per fermarsi alla batteria d’attacco, e con Vecino e Borja Valero a supporto. Pecchia non è un ingenuo e nemmeno uno che si piange addosso: «Ho visto segnali positivi con l’Atalanta, ma adesso serve correggere gli errori».
Che lo si possa fare con l’Inter è cosa necessaria eppure complicata, ma c’è un messaggio che il tecnico dell’Hellas invia, rivolgendolo al colto e all’inclita e, soprattutto, ai giocatori in ascolto: «Dovremo andare in campo con grandi stimoli e con il coraggio delle nostre idee», fa. E se Pecchia lascia in bilico Giampaolo Pazzini («Lui o Kean all’inizio? Vedremo») e anche Daniel Bessa («C’è da valutare la sua condizione»), il Verona è una sorta di fiabesco Pollicino che semina sassolini per tracciare il sentiero che porta alla sospirata ambizione di fermare la corazzata di Spalletti. L’auspicio per l’Hellas è che le tasche siano piene di pietre e non di briciole di pane. Nel qual caso, sulla pista segnata, a far festa sarebbero, inevitabilmente, gli scatenati nerazzurri.