Corriere di Verona

Ondata nerazzurra al Bentegodi l’Hellas studia come arginarla

Domani c’è l’Inter, a Heurtaux e Caracciolo il compito di fermare Icardi

- Matteo Fontana

Il bicchiere si è svuotato come avesse avuto un buco sotto, dopo che a lungo ci si domandava se non ci fosse, invece, un tappo a impedire che si colmasse: «Ma è da quei 50’ con l’Atalanta che dobbiamo ripartire per la partita con l’Inter», dice Fabio Pecchia. La tradiziona­le figura retorica «liquida» scorta il Verona verso una gara, quella di domani al Bentegodi, dal pronostico chiuso, visto il margine di distacco, quanto a qualità e rendimento, che separa l’Hellas dai nerazzurri, ma che porta, allo stesso modo, a credere a un’impresa da compiere: «L’Inter è una squadra che ha giocatori che sono al top e un allenatore, Luciano Spalletti, che considero tra i migliori d’Europa, che ha talento e intuito. Mi ha diretto ai tempi in cui vestivo la maglia della Sampdoria e fu un piacere averlo come tecnico. Però io non penso a loro, ma a noi. Penso a come giocarcela con le nostre forze».

Realizzare l’improbabil­e (l’impossibil­e non esiste) è un pensiero che il Verona cura nel dettaglio a Peschiera del Garda. Stamattina è in programma l’ultima seduta tattica, domani la sgambata con cui i gialloblù completera­nno la preparazio­ne. In quel momento le decisioni saranno prese e Pecchia chiuderà il cerchio sulle opzioni tattiche e sugli uomini da impiegare per scalare la montagna di una sfida che non è un testacoda, ma poco ci manca. Al solito, gli toccherà fronteggia­re un elenco di assenze per nulla snello: «Chi recupero tra Caceres, Ferrari e Valoti? Nessuno», taglia corto lui. Per tutti e tre, se ne riparlerà per la trasferta di domenica prossima a Cagliari.

Sebbene i forfait non manchino, Pecchia ha davanti a sé un ventaglio di soluzioni che non è così ristretto. Molto dipenderà dall’assetto cui l’avvocato di Lenola farà ricorso per arginare l’ondata interista. A Bergamo ha schierato il Verona con il 4-4-2 e l’ipotesi non è finita in soffitta: «Finché non siamo andati in svantaggio abbiamo retto bene in difesa e siamo riusciti a creare più occasioni da gol – commenta –, ma al di là del modulo a contare è sempre l’interpreta­zione».

Cortina fumogena ovvia, a coprire le mosse per domani, secondo la logica del prepartita, ma anche con una certezza dichiarata: «Al centro della difesa ci saranno Caracciolo ed Heurtaux». L’Inter spianerà il massimo della potenza di fuoco a disposizio­ne, tra Perisic, Candreva e Icardi, giusto per fermarsi alla batteria d’attacco, e con Vecino e Borja Valero a supporto. Pecchia non è un ingenuo e nemmeno uno che si piange addosso: «Ho visto segnali positivi con l’Atalanta, ma adesso serve correggere gli errori».

Che lo si possa fare con l’Inter è cosa necessaria eppure complicata, ma c’è un messaggio che il tecnico dell’Hellas invia, rivolgendo­lo al colto e all’inclita e, soprattutt­o, ai giocatori in ascolto: «Dovremo andare in campo con grandi stimoli e con il coraggio delle nostre idee», fa. E se Pecchia lascia in bilico Giampaolo Pazzini («Lui o Kean all’inizio? Vedremo») e anche Daniel Bessa («C’è da valutare la sua condizione»), il Verona è una sorta di fiabesco Pollicino che semina sassolini per tracciare il sentiero che porta alla sospirata ambizione di fermare la corazzata di Spalletti. L’auspicio per l’Hellas è che le tasche siano piene di pietre e non di briciole di pane. Nel qual caso, sulla pista segnata, a far festa sarebbero, inevitabil­mente, gli scatenati nerazzurri.

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In difesa Antonio Caracciolo nella gara di Bergamo
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