Santi, eroi e brava gente Ecco i «devianti virtuosi»
Il sociologo trevigiano Valerio Merlo analizza il fenomeno di chi, compiendo semplicemente il proprio dovere, diventa eccezionale in una società ad alto grado di lassismo. «Se il Paese sopravvive e funziona è merito loro»
Copiare a scuola è ormai diffuso, tollerato e spesso giustificato dagli insegnanti. Non copiare non è un modello reale, quindi gli studenti che non copiano sono «devianti positivi». Ecco spiegato con un esempio di vita quotidiana cos’è la «sociologia della devianza virtuosa». Ad indagare i «devianti positivi» nella storia e nella contemporaneità, ci ha pensato Valerio Merlo, trevigiano di Spresiano, sociologo e ricercatore, nel saggio Saggi, eroi e brava gente (Castelvecchi editore, 152 pagine, 17,50 euro).
In una società ad alto grado di lassismo sociale, spiccano cittadini virtuosi che diventano «eroi» semplicemente rispettando le leggi. L’altra faccia della devianza sociale è quindi quella positiva, ma trascurata da sociologi e mass media.
Professor Merlo, ci spiega cos’è la devianza virtuosa?
«È l’altra faccia della devianza sociale, quella positiva, consiste nei comportamenti che si discostano da quelli considerati normali, perché virtuosi. Può essere definita distinguendo tra modelli di condotta reali e modelli di condotta ideali. I primi sono obbligatori, conformarsi è comportamento normale, discostarsi è devianza negativa. I modelli di condotta ideali sono invece facoltativi, rispecchiano i valori in cui la società crede pur non avendo la forza di imporli come obbligatori: conformarsi ad essi è un comportamento virtuoso, una devianza positiva. Un esempio semplice: se si trova un portafoglio pieno di soldi per strada non c’è di fatto l’obbligo di restituirlo, chi lo fa si comporta in modo virtuoso, è un gesto di devianza positiva».
I grandi geni e gli eroi sono devianti positivi?
«La devianza etica, quella degli uomini straordinari, degli altruisti e dei geni creativi è un comportamento ispirato a a valori morali superiori, ecco che sono quindi devianti positivi. Ma c’è anche la devianza positiva della gente comune, meno visibile, spesso anonima. Il rispetto delle leggi in una società lassista, è considerato una devianza positiva. In Italia si impara già dalla scuola che rispettare le regole non è conveniente e neppure indispensabile. Ma se la società continua a sopravvivere e funzionare, il merito è dei tanti cittadini virtuosi, i tanti italiani devianti positivi».
Rapporti sessuali precoci, matrimoni in calo, concubini e libertini, il suo saggio dedica ampio spazio ad analizzarli...
«Esaminando i comportamenti sessuali, familiari, matrimoniali, si scopre che la devianza positiva coincide con i comportamenti che ieri erano considerati normali e che oggi invece sono diventati virtuosi. Il matrimonio riproduttivo un tempo era l’unico modello socialmente ammesso di transizione dalla giovinezza all’età adulta. Oggi i giovani hanno davanti molte opzioni: sposarsi, convivere, restare in famiglia, fare vita da single. Però il matrimonio resta comunque un modello ideale al quale si conforma la maggioranza. Molti sociologi hanno dato per certo il declino dell’istituzione famigliare. Ma in realtà la vita di coppia non ha perso attrattiva e di sicuro la società dei single pronosticata dai sociologi non è dietro l’angolo. Più che a un aumento delle nascite fuori del matrimonio, si assiste a un aumento delle nascite prima del matrimonio. Così come non si assiste a una precocità sessuale delle adolescenti, ma a un abbassamento della soglia della precocità sessuale».
Come spiega l’alta propensione al crimine di politici e governanti?
«In tutte le epoche storiche la classe dei governanti ha sempre presentato un tasso di criminalità più alto della popolazione che governavano, questo l’ha dimostrato statisticamente il sociologo Sorokin, al cui pensiero è in gran parte ispirato il mio libro. E’ la natura stessa dell’attività politica a spingere gli uomini di potere a questa inclinazione».