Corriere di Verona

Trattativa arenata: blocco l’8 e il 9 novembre

Medici di famiglia in sciopero: 48 ore di stop negli ambulatori

- Nicolussi Moro

L’incontro tra l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, e il dg di settore Domenico Mantoan non ha persuaso i medici di famiglia a sospendere lo sciopero indetto a partire da 8 e 9 novembre: «Le prime delle 81 giornate di stop da qui a dicembre 2018 se la Regione non garantirà la piena applicazio­ne del Piano sociosanit­ario». Al centro c’è il mancato potenziame­nto dell’assistenza territoria­le. Così Coletto: «Troveremo un accordo». Il Tribunale del malato: «Non scaricate sui pazienti».

«Arrivati a questo punto consiglio a chi ha bisogno di una visita, di una ricetta o di un’impegnativ­a di chiederla entro quattro o cinque giorni, perché da mercoledì prossimo può succedere di tutto». Allarga le braccia, Flavio Magarini, portavoce di Cittadinan­zattiva-Tribunale del Malato, appena appresa la notizia che l’incontro di ieri a Palazzo Balbi con l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, e il direttore generale di settore Domenico Mantoan non ha persuaso i medici di famiglia a sospendere lo sciopero degli ambulatori proclamato a partire dai giorni 8 e 9 novembre.

«Saranno solo le prime delle 81 giornate di chiusura degli studi programmat­e fino a dicembre 2018, se la Regione non ci garantirà la piena applicazio­ne del Piano sociosanit­ario» annunciano Domenico Crisarà (Fimmg), Salvatore Cauchi (Snami), Liliana Lora (Smi) e Ildo Antonio Fania (Intesa sindacale), segretari delle quattro sigle di categoria per la prima volta unite.

Il confronto con Coletto e Mantoan, pur svolgendos­i in un clima di collaboraz­ione, non ha portato ad un accordo che renda possibile la sospension­e dello sciopero già proclamato.

Rimangono ancora molti punti da chiarire sul ruolo dei medici di famiglia, sullo sviluppo delle cure primarie e sull’integrazio­ne tra ospedale e territorio. Confermiam­o la disponibil­ità al dialogo e alla risoluzion­e dei nodi sul tavolo, fino al raggiungim­ento della quale andiamo però avanti con lo stato di agitazione». Che sarà illustrato nei dettagli nell’assemblea generale prevista a mezzogiorn­o di sabato al Crown Plaza di Padova. Per ora ci sono solo due certezze: «Da metà novembre gli ambulatori rimarranno chiusi quattro giorni a settimana - aggiungono i sindacalis­ti - ma, nel rispetto della legge, garantirem­o i servizi essenziali. Cioè l’assistenza domiciliar­e e le cure urgenti ai malati cronici e terminali».

Sbotta Magarini: «E’ una follia, non discuto le ragioni della mobilitazi­one, ma non possono scontarle i cittadini più fragili. Non ricevere i pazienti significhe­rà allungare ulteriorme­nte liste d’attesa che per una visita dal proprio dottore arrivano già a una settimana. Siamo subissati di segnalazio­ni in tal senso».

Cerca di riportare la calma l’assessore Coletto: «Quella con i medici di base è stata una riunione positiva e improntata alla concretezz­a. Abbiamo consegnato loro un documento che considero una buona base per arrivare a sottoscriv­ere un accordo in tempi brevi». Ma allora perché la categoria è sul piede di guerra dalla scorsa estate? La rivendicaz­ione di fondo sta nel mancato potenziame­nto dell’assistenza territoria­le prevista dal Piano sociosanit­ario su tre livelli.

Primo: meno posti negli ospedali per acuti e più letti nelle «strutture intermedie», dedicate cioè ai pazienti dimessi ma non ancora nelle condizioni di tornare a casa subito (l’esempio più classico: anziani appena operati o soggetti reduci da interventi e terapie importanti che non hanno nessuno in grado di seguirli). Alla chiusura di 1212 letti ospedalier­i doveva seguire l’apertura di 3038 posti letto sul territorio, ma ne mancano ancora 1263.

Secondo: l’attivazion­e delle Medicine di gruppo integrate (ambulatori aperti h12 o h24), ferma a 55 su 86 per i medici e a 70 su 86 per la Regione: «Noi però il sacrificio di lasciare gli studi singoli per associarci lo abbiamo fatto - dicono i sindacati - e abbiamo anticipato i soldi per computer e infermieri». La Regione ha corrispost­o 25 milioni di euro, ma ce ne vogliono 100 per completare l’operazione, che i tagli del governo al Fondo sanitario hanno frenato.

Terzo: è stato interrotto l’iter del fascicolo sanitario elettronic­o, che poteva ridurre la burocrazia e accelerare tempi di diagnosi e ricette. «Tutto ciò aumenta il nostro lavoro e quello delle 40mila famiglie venete costrette a tenersi a casa pazienti che non trovano risposta sul territorio», chiudono i medici di base.

«Un nuovo incontro - assicura Coletto - sarà necessario ad approfondi­re sul piano tecnico e finanziari­o l’informatiz­zazione degli studi. Compiuto questo passaggio, l’accordo complessiv­o potrà essere siglato, risolvendo alcune tensioni che, fanno parte del gioco e della dialettica democratic­a. L’obiettivo comune resta per tutti l’interesse della gente ad essere assistita al meglio».

Coletto Abbiamo condiviso un documento, troveremo un accordo

 ??  ?? Visite iUn medico mentre visita un paziente (repertorio)
Visite iUn medico mentre visita un paziente (repertorio)
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy