Elezioni, sparisce la scheda decisiva Il voto in Procura
Elezioni in Ottava circoscrizione, il Tar respinge il ricorso del candidato escluso ma avverte: possibili reati
Rischiano di avere conseguenze penali le elezioni di giugno nell’ottava circoscrizione di Verona. Tutto nasce da una disputa piuttosto banale tra due candidati nella lista Battiti Verona Domani. Al Tar il colpo di scena.
Rischiano di avere conseguenze penali le elezioni di giugno nell’ottava circoscrizione di Verona. Tutto nasce da una disputa piuttosto banale tra due candidati nella lista Sboarina Sindaco - Battiti Verona Domani.
Vittorino Formenti e Marco Montolli conquistano entrambi 73 preferenze ma è solo il primo a venire eletto per anzianità. Il secondo chiede invano al presidente di seggio di vedersi attribuita una scheda con il nominativo sbagliato «Monolli», che risulterebbe decisiva per il risultato, ma che viene invece ritenuta nulla. Fa, quindi, ricorso al Tar del Veneto ed qui che si materializza un clamoroso colpo di scena.
I giudici amministrativi chiedono infatti alla prefettura di Verona di ottenere l’originale di quella scheda contestata, per altro l’unica nulla in tutto il seggio 258 della circoscrizione nord-est di Verona. Ma, una volta aperta la busta, su quella scheda non c’è scritto proprio nulla: né «Monolli» né nessun’altro nome, solo la croce sul simbolo.
A quel punto il Tar non può far altro che respingere il ricorso di Montolli (assistito dagli avvocati Andrea Sartori e Vincenzo Corona) visto che quella scheda correttamente non doveva essere conteggiata in suo favore. Ma qui, si apre un problema: che fine ha fatto la scheda contestata il giorno dello scrutinio? Non se ne fa menzione diretta nel verbale delle operazioni dell’Ufficio elettorale dove viene semplicemente riportata l’esistenza di una sola scheda nulla, ma senza dichiarare la ragione di quella nullità. Né viene dato conto di quanto scrive Montolli nel suo ricorso, ovvero che tre rappresentanti di lista di Battiti per Verona Domani avessero evidenziato «come non vi fossero dubbi in ordine alla precisa volontà dell’elettore», visto che non esisteva alcun «Monolli».
È stato un semplice sbaglio? Oppure siamo di fronte ad una volontaria manomissione che ha contribuito ad alterare il risultato elettorale?
Cosa sia veramente successo quel giorno dovrà, adesso, stabilirlo la magistratura penale. Sono gli stessi giudici del Tar veneto a scriverlo nero su bianco, parlando della «possibile configurazione di fattispecie di reato» che impone la necessità di «procedere senza ritardo alla trasmissione della presente sentenza e degli atti di causa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona».