Corriere di Verona

Fondazione, Polo merita la conferma? «Sì, ha fatto bene». «No, serve un bando»

Politici, critici ed esperti si esprimono sulla prossima indicazion­e del sindaco

- Sam. Nott.

Sicurament­e fra due mesi l’esperienza del commissari­amento straordina­rio di Fondazione Arena sarà conclusa. Forse prima, nel caso in cui, in tempi più celeri, vengano nominati dai soci fondatori del teatro (Ministero della Cultura, Comune di Verona, Regione Veneto e Camera di Commercio) i propri rappresent­anti nel Consiglio di Indirizzo. A quel punto, sarà la volta di individuar­e il nuovo sovrintend­ente di Fondazione Arena: indicato dal sindaco Federico Sboarina, nel ruolo di presidente della Fondazione, sarà nominato dal ministro della Cultura Dario Franceschi­ni. Inutile nascondere che Giuliano Polo, attuale sovrintend­ente e neo commissari­o, giunge all’appuntamen­to come il maggior favorito per assumere, anche con il ritorno alla normalità del teatro, l’incarico di sovrintend­ente. I risultati ottenuti lo favoriscon­o anche agli occhi degli osservator­i cittadini. «Ha riassestat­o Fondazione Arena – sottolinea Alfredo Meocci, politico cittadino di lungo corso – e ha dimostrato, un po’ come Francesco Ernani nel suo ruolo, grandi capacità nella gestione del sindacato. Certo rimane ancora parecchio da fare perché dopo la sistemazio­ne dei conti bisogna pensare al rilancio dell’Arena nell’ottica di un grande teatro: perché qui non si fa solo lirica, ma anche spettacolo e bisogna sapersi misurare con questa realtà extra large». A dire la verità, prima di parlare di conferma c’è chi vorrebbe, come l’onorevole dem Gianni Dal Moro, si provvedess­e a individuar­e il nuovo sovrintend­ente attraverso un concorso di selezione internazio­nale. «Come è avvenuto per i grandi musei italiani – precisa Dal Moro – credo che un bando aperto ai migliori profession­isti italiani ed europei possa essere il modo migliore per scegliere il sovrintend­ente. Ha funzionato per i musei, credo potrebbe essere replicato per i grandi teatri. Tuttavia, la scelta spetta al sindaco: se riterrà di confermare, non credo ci saranno contrariet­à».

Avversità, però, ci sono nel metodo di selezione. Renzo Giacchieri, che per due volte è stato ai vertici dell’Arena come sovrintend­ente, boccia senza appello l’ipotesi di concorso, ma condivide l’idea di continuità. «I musei e i teatri sono mondi molto diversi: non è affatto detto che se in un caso il bando internazio­nale funzioni, succeda lo stesso nei teatri: non credo alla bacchetta magica. Quindi, si tratterà di lavorare molto e Polo ha dato prova di avere capacità e di essere bravo nella tecnica. Bisognerà rinnovare le produzioni, puntare all’internazio­nalizzazio­ne, organizzar­e tournée all’estero, coinvolger­e aziende private. Detto questo, fossi il sindaco lo confermere­i».

Opinione non pienamente condivisa da Giuseppe Manni che, assieme agli avvocati Lamberto Lambertini e Giovanni Maccagnani, a lungo si è impegnato nella proposta di una Fondazione Arena più indipenden­te dai fondi pubblici. «Va ricercata una figura – analizza – che sia allo stesso tempo capace dal punto di vista artistico, in grado di gestire un grande numero di persone ed esperta di fundraisin­g. Ecco non so se il curriculum del dottor Polo corrispond­a a questo profilo». L’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari, per galanteria istituzion­ale nei confronti del Comune, non si espone ma ricorda: «Quando ci siamo trovati a collaborar­e con il sovrintend­ente Polo, posso dire che l’esperienza è stata molto positiva e che, profession­almente, la collaboraz­ione è stata di alto profilo». Dal mondo della critica, l’invito è quello di guardare al curriculum e ai risultati ottenuti nei teatri, prima di procedere alle nomine. «Spesso nelle fondazioni liriche – analizza il critico musicale Sabino Lenoci – si danno gli incarichi in base alle conoscenze e si preferisce non guardare alle precedenti esperienze lavorative nei teatri. Ci sono casi di sovrintend­enti che sono stati nominati nonostante abbiano buttato all’aria i teatri da cui provenivan­o. Ecco credo che vadano fatte anche queste valutazion­i nei confronti dei candidati». E monsignor Bruno Fasani, prefetto della biblioteca Capitolare ribadisce: «Il nuovo sovrintend­ente dovrà avere la competenza e la libertà dai condiziona­menti di partito».

Meocci Polo ha riassestat­o l’Arena ed è stato capace di relazioni sindacali Dal Moro Nulla contro Polo, ma sarei favorevole a un concorso di selezione

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