Promosso Mangini, Verona avrà il primo questore donna
Sarà Ivana Petricca a prendere il posto del neo dirigente generale di Ps
Una donna al vertice della questura di Verona. E per lei, che negli uffici di lungadige Galtarossa ha già lavorato come capo di gabinetto per otto anni, si tratterà di un ritorno. Ivana Petricca, dal 2013 questore di Pavia, prenderà il posto di Enzo Giuseppe Mangini che proprio in questi giorni è stato nominato dirigente generale di pubblica sicurezza e che sarà destinato a nuovo incarico alla guida di una questura di un comune capoluogo di regione (o in realtà a queste paragonate, come Catania e Reggio Calabria oppure incarichi ministeriali). La notizia è di ieri e nelle prossime ore si attende l’ufficialità. Nata ad Anticoli Corrado, in provincia di Roma, Petricca ha intrecciato indissolubilmente la sua carriera professionale alla realtà scaligera. Laureata in Giurisprudenza all’Università La Sapienza, è funzionario della polizia di stato dal 1986 e il suo primo incarico è stato quello di responsabile dell’ufficio studi e di direttore di nucleo alla scuola allievi agenti di Peschiera. Nel 1989 il trasferimento in questura a Verona dove è stata anche dirigente dell’ufficio misure di prevenzione, dirigente dell’ufficio immigrazione e capo di gabinetto dal febbraio 2001 al marzo del 2009. Dal primo aprile 2009 all’ottobre del 2011 ha diretto la scuola allievi agenti di Peschiera e la sua carriera è proseguita poi all’insegna della formazione dei futuri poliziotti con l’incarico assegnatole nel luglio del 2012 di direttore dell’ufficio studi e programmi della direzione centrale per gli istituti di istruzione. Dal maggio del 2013 guida la questura di Pavia e a breve è destinata a insediarsi al primo piano della questura di lungadige Galtarossa. Prenderà il posto di Mangini che dopo solo due anni lascerà Verona. Pugliese di origine, 62 anni, Mangini si è insediato in riva all’Adige il 7 settembre del 2015 succedendo a Vito Danilo Gagliardi. Arrivava da Taranto, terra di sbarchi e di quell’Ilva balzata alle cronache per l’emergenza ambientale e le polemiche. Una vera e propria rivoluzione per lui che il Veneto l’aveva conosciuto sotto la Naja, alpino in servizio nel Bellunese. «Questa città è uno splendore - le sue prime parole -. Ho camminato in centro con mia moglie: uno spettacolo. Era pieno di gente, ma era tutto ordinato e mi sono sentito piccolo rispetto a tanta grandezza. Le forze di polizia sono la cornice dentro la quale intersecare lo spirito di una società». Nemmeno due mesi più tardi e il colpo al Museo di Ca- stelvecchio con i 17 capolavori «predati» da una banda di italo moldavi. Una «ferita» per tutta la città, che la squadra mobile e il nucleo tutela patrimonio artistico dell’Arma hanno risanato con un’indagine certosina che ha consentito il recupero di tutte le tele e le prime condanne. Un questore, Mangini, che ha lavorato in perfetta sinergia con il prefetto Salvatore Mulas specialmente nel dover fronteggiare la sempre crescente minaccia del terrorismo internazionale.
Carriera Per Mangini incarico in capoluogo o in un ministero