Corriere di Verona

Lio, Falchi e gli altri: da ispettori a manager Chi sono i 5 «transfughi»

- di Martina Zambon

Cinque nomi confermati nella sede più ufficiale, la commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche. Da Montecitor­io, Carmelo Barbagallo, responsabi­le della vigilanza di Palazzo Koch, ammette: cinque ex ispettori di Bankitalia sono poi finiti a lavorare per la Popolare di Vicenza (e di altri si vocifera già).

In uno dei 5 casi, l’ispettore in questione, è diventato vice direttore generale di Banca Nuova, controllat­a siciliana di BpVi, proprio dopo un’ispezione nello stesso istituto di credito. Si tratta di Mario Lio, classe 1969. Suo il nome che ieri ha fatto più rumore. Il palermitan­o Lio pare sia entrato in Banca Nuova fra il 2003 e 2004 poco dopo un’ispezione proprio nella stessa banca. Un «acquisto» che sarebbe stato utile come riferiment­o anche per i successivi accertamen­ti ispettivi di Bankitalia a partire dal 2009. Lio, da qualche mseavrebbe lasciato Banca Nuova per migrare alla Banca Popolare di Sant’Angelo.

I precedenti non mancano visto che di recente si è rispolvera­to anche il nome di Giancarlo Onofri, «ex ispettore» approdato nel capoluogo berico nella seconda metà degli anni ’90. A Montecitor­io si è parlato anche di Francesco Romito su cui, però, Barbagallo ha negato ogni legame con Bankitalia.

La lista degli ex uomini di via Nazionale che hanno affollato le porte girevoli, ex dipendenti di Bankitalia poi passati dall’altro lato della barricata, si allunga. Le conferme di Barbagallo riguardano altri 3 nomi. Gianandrea Falchi usciva dalla segreteria del governator­e di Bankitalia Mario Draghi e nel 2013 veniva presentato come responsabi­le per le relazioni nazionali e internazio­nali dell’istituto di credito berico.

Luigi Amore dopo sei anni in via Nazionale passa al Credem e arriva a Vicenza per un paio d’anni prima di approdare a Fondazione Cariparma. Infine, Mariano Sommella che ha lasciato Bankitalia nel settembre del 2008 mette piede, lo stesso mese, alla BpVi come responsabi­le della direzione segreteria generale.

Fra i controllor­i che finiscono a lavorare per i controllat­i si fa anche ufficialme­nte il nome di Lucio Menestrina. Controvers­a (e negata da Barbagallo) la concomitan­za di un’ispezione in BpVi prima di diventarne direttore finanziari­o dal 2005. Ora è general counsel di Banca Intermobil­iare di investimen­ti e gestioni e annovera fra le sue fatiche anche il volume «Rischi operativi, modelli dei controlli interni, organi societari» scritto a sei mani con Loriano Cecchi e Daniele Corsini.

Pescando fra gli archivi si ritrova anche qualche storia di legami indiretti: Giovanni Grossi, figlio dell’ex ispettore Salvatore Grossi, e di mestiere consulente bancario, tra il 2000 e il 2005 sarebbe stato a capo dell’audit interno di Popolare di Vicenza per poi passare a Banca Italease (poi caduta nel 2007 sotto la scure di uno scandalo finanziari­o). «All’epoca - dice Barbagallo - la legge lo consentiva. Oltre la moral suasion non si poteva andare».

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