Zanetti e le azioni «gonfiate» «Lo sapevano dal 2001 ma non lo dissero alla Consob»
L’ex sottosegretario: «Incredibile cortocircuito nella vigilanza, si dimettano»
Onorevole Enrico Zanetti, ricapitolando una giornata intensa di commissione sulle banche: abbiamo sentito dire che Bankitalia riteneva fin dal 2001 che il metodo con cui veniva determinato il valore delle azioni delle Popolari fosse inadeguato. Sono passati 15 anni prima che vi verificasse il dissesto dei due istituti: non c’era davvero modo di fermarli prima o di avvertire i soci, nonostante il segreto d’ufficio di cui ha parlato Barbagallo?
«Premetto che è stata una giornata molto utile e che tra l’altro ha restituito dignità al Parlamento, dopo l’umiliante e sbagliata forzatura commessa da Gentiloni con la decisione di riconfermare Ignazio Visco alla guida di Bankitalia. Venendo alla domanda, mi sembra che dalle audizioni sia emersa una contraddizione evidente sul tema dei controlli sul valore delle azioni delle ex Popolari: da un lato scopriamo che Bankitalia contestava a Vicenza già nel 2001 l’inadeguatezza delle modalità adottate, e poi ancora che la stessa contestazione è stata ripetuta, nella sostanziale indifferenza della banca, nel 2008 e 2009. A parte qualche sanzione di poco conto, Bankitalia non ha fatto nulla, perché questa materi rientra nella competenza della Consob, che scatta non a prescindere ma solo nel momento in cui ci sono delle offerte di acquisto delle azioni, cioè nelle fasi di aumento di capitale».
Infatti, anche Consob alla fine farà la stessa scoperta, ma nel 2015...
«Esatto, cioè a buoi non già fuggiti ma direi ormai morti di vecchiaia. A nostra precisa domanda, Consob ha risposto che Bankitalia questa informazione, conosciuta fin dal lontano 2001, non gliel’ha mai passata. A me sembra un’enormità pazzesca, su questo chiederò che vengano risentiti in commissione i vertici di Bankitalia».
Secondo lei cos’è stato: un problema di mancata comunicazione, distrazione, incapacità o cos’altro?
«Come minimo un coordinamento inadeguato tra i due organismi preposti alla vigilanza bancaria. A questo punto, per come la vedo io, o se ne vanno a casa i vertici di Bankitalia, o i vertici di Consob, o meglio ancora entrambi. Non è pensabile che un’informazione così rilevante non sia stata comunicata».
In relazione alla platea dei soci risparmiatori, il capo della vigilanza Barbagallo ha detto in audizione che non è stato possibile avvertirli poiché Bankitalia è soggetta nella sua attività ispettiva al segreto d’ufficio: le pare convincente come argomento?
«Questo è ciò che ci ha risposto in forma ufficiale, ne prendo atto e farò gli approfondimenti del caso. Però, di sicuro nei confronti della Consob non c’era alcun segreto d’ufficio. Come è stato possibile che non si siano mai parlati? Resto basito davanti a questa situazione e rivendico con orgoglio il fatto che, quando ancora avevo posizioni di governo (
Zanetti Bankitalia non ha fatto nulla perché la competenza era della Consob, ma la Consob ci ha risposto che Bankitalia non ha mai passato le informazioni sul valore delle azioni
Resto convinto che la vigilanza abbia usato due pesi e due misure nei confronti delle Popolari venete: su Vicenza l’intensità è stata molto più bassa