Il Pd si trova la sede incollata prima dell’incontro con Fiano La «beffa» dopo le svastiche
Si potrebbe essere tentati di archiviarla come una beffa alla «Don Camillo e Peppone» non fosse che arriva dopo mesi di «segnali inquietanti, di stampo neofascista quando non apertamente antisemita», come denuncia il Partito democratico di Legnago.
Ieri pomeriggio, alle 15, era in programma un incontro tra il commissario provinciale dei dem scaligeri, Emanuele Fiano e i circoli della Bassa. Luogo: la sede del partito di via Ugo La Malfa. Ma quando i partecipanti hanno tentato di entrare, non c’è stato verso: la serratura della porta risultava bloccata. Qualcuno l’aveva «plastificata» versandoci sopra dell’attack. È giunto in soccorso l’amministrazione comunale, che ha prestato una sala civica, ma lo sfregio rimane, anche perché è l’ultimo di una lunga serie.
Anche perché l’incontro di ieri, benché pensato per i tesserati (ma aperto a tutti) non verteva solamente su vicende inerenti alla vita di partito. Fiano, nominato commissario a settembre, è anche il deputato che ha ideato la legge contro l’apologia di fascismo. E proprio quella normativa sarebbe stata spiegata nel dettaglio nel corso della riunione tra i circoli. Un ordine del giorno, evidentemente, indigesto per alcuni: tanto che in mattinata erano stati organizzati anche dei gazebo di protesta, proprio in vista dell’evento. «È un fatto che si commenta da solo - ha dichiarato Fiano a un emittente locale - solo chi ha paura della libertà può reagire in questo modo. Noi non abbiamo paura e non ci lasciamo intimidire». Nella città del Torrione c’è chi parla di una vera e propria «escalation di violenza politica». È l’assessore Claudio Marconi: il suo cognome, nei giorni scorsi, è finito sui muri affiancato all’aggettivo «ebreo». «Per me è un complimento - replica - ma è innegabile che sia un brutto segnale. Il tutto per un’iniziativa che abbiamo deciso di fare come giunta: dopo che erano comparse alcune svastiche abbiamo proposto di leggere in pubblico alcune pagine dal Diario di Anna Frank».
Ma non è stato l’unico «avvertimento». La scorsa settimana, sempre il Partito democratico legnaghese aveva promosso un convegno contro l’omofobia. Risultato? Città tappezzata di manifesti, almeno cinquanta, con la scritta «Legnago ha bisogno di famiglie, non di omosessuali». Affissioni abusive, senza nessun logo né firma. Precedentemente era stato insultato anche il sindaco Clara Scapin.
«Sporgeremo denuncia annuncia ora Marconi - abbiamo già allertato i carabinieri. Io sono per il confronto tra le idee, comprese quelle che mi piacciono meno, ma qui c’è qualcuno che ha in odio la libertà e vuole impedire la normale attività politica».