Dopo Buffet l’intesa con Banco-Bpm «Cattolica, prospettive eccezionali»
La soddisfazione dell’ad Minali. Quel primo tentativo di fusione nel 2006
Flash-back alla primavera 2006: Banca Popolare di Verona-Novara e Cattolica valutano una fusione che farebbe nascere un polo bancarioassicurativo da 11 miliardi (ai valori di allora, prima della crisi) centrato su Verona; l’operazione però salta al momento della due-diligence.
Torniamo ai giorni nostri. Cattolica tutto sommato è ancora la stessa, pur con bilanci e amministratori differenti: una grande società cooperativa con sede a Verona. La storica Popolare veronese invece non c’è più: prima è diventata, dopo l’acquisizione di Lodi, Banco Popolare, poi si è fusa con la Bpm, un anno fa, spostando la sede operativa a Milano e abbandonando il modello cooperativo per la società per azioni.
Sarebbe suggestivo pensare che i semi per la partnership banco-assicurativa tra BancoBpm e Cattolica sbocciata venerdì siano stati gettati in quel primo abboccamento undici anni fa. Più probabilmente, sono stati gli avvenimenti degli ultimi mesi a determinarlo; in particolare, sul fronte di Cattolica, l’ingresso in società di investitori internazionali come la finanziaria Berkshire Hathaway che fa capo a Warren Buffet e il fondo sovrano Il manager Alberto Minali, ex Generali, è amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni da maggio norvegese Norges Bank. Con realtà di primaria importanza che scommettono pesantemente sul futuro, la compagnia veronese ora ha le spalle un po’ più larghe per affrontare un’operazione da 853 milioni di euro che, strategicamente, rimpiazza l’accordo di banca-assicurazione con l’ormai defunta Popolare di Vicenza.
È successo tutto in un periodo piuttosto breve, quello che segue l’arrivo in plancia di comando, lo scorso maggio, di Alberto Minali, come nuovo amministratore delegato dopo il decennio di Giovan Battista Mazzucchelli. «La partnership di bancassurance con Banco Bpm è un patto che Cattolica vive come un legame molto forte - dichiara adesso Minali -. Il nostro spirito è quello di rendere solido e stabile questo rapporto di collaborazione con una delle maggiori e migliori realtà del sistema bancario italiano». L’accordo ha una durata di quindici anni. Cattolica, che tecnicamente rileva il 65 per cento delle due compagnie assicurative del Banco (Popolare Vita e Avipop Assicurazioni), potrà vendere i suoi prodotti sfruttando la rete degli oltre duemila sportelli dell’istituto. «Il nostro appagamento è massimo, anche perché abbiamo battuto realtà nazionali e internazionali ben più grandi di noi - continua Minali -. Riuscirci, anche grazie al fattivo supporto di tutto il cda, è stato impegnativo, ma siamo sicuri che il rendimento di questa attività, fondamentale per il nostro business, darà grandi soddisfazioni alla compagnia, ai suoi azionisti e a tutti i dipendenti». Cattolica, negli ultimi tempi, ha fatto contenti anche i suoi azionisti, vista l’euforia sul titolo generata dall’arrivo di Buffet, anche se gli effetti dell’accordo con Banco-Bpm si peseranno in futuro. «Dopo l’ingresso nel nostro azionariato di soci internazionali di prima grandezza, ora quest’altro tassello ci consente di dare allo sviluppo di Cattolica eccezionali prospettive», conclude Minali.
Il valore dell’accordo lI nostro spirito è quello di rendere solido e stabile questo rapporto di collaborazione con una delle maggiori e migliori realtà bancarie italiane
La concorrenza
Il nostro appagamento è massimo, anche perché abbiamo battuto realtà nazionali e internazionali ben più grandi di noi, con il supporto di tutto il cda