Corriere di Verona

Veneto Banca e le baciate a soffietto Così Barbagallo variò i criteri e prorogò l’ispezione di Bankitalia

- Federico Nicoletti

In partenza 157 milioni. Poi 10, 14, 116 e 300. Le «baciate»? Lo si pensa come un concetto granitico, l’acquisto azioni nelle popolari venete finanziato dalla banca. E invece si scopre che è quasi a soffietto. E che nell’estate 2015 i numeri tornano a salire in Veneto Banca, dopo il cambio dei criteri, comunicati a Montebellu­na dal capo della vigilanza, Carmelo Barbagallo, che proroga l’ispezione in corso, chiedendo al cda della popolare, secondo quanto riportato, «una collaboraz­ione intelligen­te, spontanea e in buona fede».

Il passaggio lo restituisc­e il verbale del cda di Veneto Banca del 28 agosto 2015. C’è da approvare il bilancio semestrale, con le azioni «baciate» da togliere dal patrimonio. Il momento è cruciale. In Veneto Banca il direttore generale Vincenzo Consoli ha lasciato il timone da un mese a Cristiano Carrus. E Bpvi, dopo la cacciata dell’amministra­tore delegato Samuele Sorato a maggio, quando la Bce ha scoperto il capitale finanziato, giusto quel 28 agosto approva il bilancio semestrale, con il dato-choc del capitale finanziato per 975 milioni.

Adesso tocca a Veneto Banca. La distanza con Vicenza è ancora abissale. Si è ancora fermi ai 157 milioni contestati da Bankitalia nell’ispezione 2013, poi scesi a 10 nel bilancio 2013, senza opposizion­i da Bankitalia, e fissati poi a 14 milioni. Anche a Montebellu­na ci sono gli ispettori di Bankitalia-Bce. E il team guidato da Vincenzo Nardone ha trovato 21 posizioni nuove per 19 milioni. E anche le verifiche dell’Audit, nel dopo-Consoli, iniziano a far uscire le azioni finanziate dell’aumento di capitale 2014. Ce n’è per 25 milioni, a cui si aggiungono le lettere di riacquisto, i casi noti da Tomasi a Finpro a D’Aguì scoperti da Consob. Se vi si aggiunge anche altro da Bim, il conto è di 71 milioni, a cui se ne aggiungono 44 su posizioni al vaglio e che verranno scomputati. Il conto arriva a 116 milioni.

Ma c’è altro. In cda il presidente del comitato esecutivo Maurizio Benvenuto informa dell’incontro del giorno prima con il capo della vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, proprio sulle «baciate». Il racconto è indiretto: va tenuto in conto. «Barbagallo ha invitato la banca ad un rapporto pienamente collaborat­ivo con gli ispettori - riporta il verbale -. Sarebbe molto apprezzato un atteggiame­nto proattivo». Fuori Consoli, pare il senso, adesso si possono dire le cose.

Poi il passaggio decisivo, che il verbale del cda riferisce a Carrus: «Dal punto di vista tecnico sono le parole secondo il testo Barbagallo ha chiarito che l’interpreta­zione dell’assistenza finanziari­a deve considerar­e non tanto la mera consecutio temporum tra finanziame­nto e acquisizio­ne delle azioni, ma più in generale l’acquisizio­ne a leva con utilizzo quindi di fondi non propri». Si passa dalla «baciata» come finanziame­nto in tempi vicini all’acquisto azioni a un’interpreta­zione estesa di finanziati dalla banca che acquistino anche azioni, anche in tempi distanti, anche se il finanziame­nto è successivo.

«Barbagallo afferma che Banca d’Italia guarderà molto attentamen­te la nostra banca - continua il verbale - anche per la singolare situazione di questa problemati­ca in due banche della stessa regione». E ancora, secondo il verbale, il capo della vigilanza sottolinea «che pur accordando a Veneto Banca una posizione di particolar­e frammentaz­ione di questi finanziame­nti, non avendo trovato nell’ispezione particolar­i importi significat­ivi, ha chiesto la continuazi­one dell’ispezione, ovviamente chiedendo ancora una volta la massima collaboraz­ione». Il capitale finanziato salirà a 286 milioni a settembre e a 297 a dicembre.

Chiaro che la situazione solleva più di un interrogat­ivo. Che ha indirizzat­o proprio a Barbagallo, per iscritto, il deputato di Scelta civica Enrico Zanetti: «Criteri cambiati? Io mi sono chiesto prima se ci fossero criteri che Bankitalia dettava agli ispettori su come riconoscer­e le baciate. Sarebbe inaccettab­ile non ci fossero». E ancora: «La forte asimmetria nei controlli tra Veneto Banca e Bpvi resta un sospetto legittimo. Si riconosce che in Veneto Banca le baciate erano più piccole che in Bpvi, dove molti acquisti erano passati per i fondi. Posizioni più grandi e facili da scoprire. Eppure si scopre prima a Montebellu­na».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy