C’è il Chievo tra il Napoli e il suo record
La capolista (finora invincibile) al Bentegodi: ma nessuno mai ha vinto 11 gare nelle prime 12 giornate
VERONA Un’armonia di fraseggi, tagli, sovrapposizioni, e improvvise accelerazioni: «La Mia Banda Suona il Rock» di Ivano Fossati, apre la playlist del credo calcistico del profeta Sarri. Al Bentegodi oggi alle 15 sbarca la prima della classe, i cui numeri fanno rabbrividire: 31 punti in undici partite, 32 gol fatti di cui 17 in trasferta, 8 subiti. Il Napoli ha eguagliato la miglior partenza nella storia della Serie A dopo 11 giornate: dieci vittorie e un pareggio, cosa riuscita solo alla Roma di Garcia nel 2013/14. Vincendo oggi stabilirebbe un record: nessuno ha mai fatto 34 punti nelle prime 12 gare. Mission Impossible per il Chievo? Forse, ma ciò che rende il calcio affascinate è il fatto di essere l’unica materia in grado di far della matematica un’opinione.
Nel tentativo di sbarrare la strada all’Invincible Armada, orfana adesso anche di Ghoulam, Rolando Maran sogna allora una domenica da Sir Francis Drake: «Il Napoli sta facendo cose straordinarie. Sono bravi a fare tutto in campo: attraverso il continuo movimento sanno sempre creare situazioni di superiorità. Vanno in rete con estrema facilità. Solo l’Inter è riuscita fino ad ora a contenerne l’urto». Forse un piccolo neo c’è, e va individuato nelle palle alte: il Chievo è la squadra che crossa di più e segna più di tutti di testa; per contro, tre gol su otto subiti dal Napoli sono arrivati dal gioco aereo. Maran non s’illude: «Credetemi, non sono carenti nemmeno sulle palle alte. Il campionato dice altro rispetto alla Champions. La verità è che questa è una squadra senza punti deboli». E allora che Chievo sarà: attendista o aggressivo, prudente o spavaldo? Il comandante Rolly se lo aspetta a schiena dritta: «Innanzitutto vogliamo interrompere la serie negativa. Nelle ultime gare, soprattutto a Genova, abbiamo raccolto molto meno di quanto avremmo meritato. Giocare contro il Napoli è difficilissimo. Proveremo a pungere, ma serviranno coraggio e attenzione. Dobbiamo mettere in campo la massima intensità, poi vedremo come andranno le cose. Sicuramente non ce ne staremo lì a pensare solo a difenderci. In tal caso non potremmo reggere. Saremo come sempre propositivi nel ricercare densità nell’occupazione degli spazi e aprirci dei varchi dove potergli creare delle difficoltà. Proveremo ad allungarli nel tentativo di mandarli in qualche frangente a vuoto. L’importante è essere bravi nelle cose che sappiamo fare». La chiusura è nel segno della chiarezza: «Io potrò dirmi contento solo se faremo risultato». E chissà che non ci pensi Roberto Inglese a dare un dispiacere alla sua futura squadra.
Maran Non ce ne staremo lì solo a difenderci: bisogna provare a pungere