Corriere di Verona

A Cagliari senza Bessa e Kean L’Hellas con il duo Pazzo-Cerci

Forfait pesanti per Pecchia. Si rivede, in panchina, Franco Zuculini

- Matteo Fontana

Deve essere scritto nell’oroscopo cinese che l’Hellas, in questa stagione, non possa quasi mai giocare con la stessa squadra. Così, ieri, alla partenza per la Sardegna, sul volo del Verona non c’erano Daniel Bessa e Moise Kean. Se per l’attaccante, fermo da giorni per un problema muscolare, il forfait era molto probabile, quello del centrocamp­ista, seppure non sia stato sorprenden­te – in settimana ha svolto un programma di allenament­o differenzi­ato –, era meno atteso. Considerat­o che l’Hellas non conterà, per la trasferta di Cagliari, neanche su Marcel Büchel e su Alex Ferrari, Fabio Pecchia, per la prima di una serie di partite delicatiss­ime da affrontare in un mese, potrà disporre di una rosa accorciata. I convocati sono venti, compresi due portieri e Franco Zuculini, che è rientrato in gruppo ma che è lontano da una parvenza di condizione, dopo sette mesi fuori per la rottura del crociato riportata a Trapani l’1 aprile: «Perdiamo dei giocatori di valore. Speriamo di riaverli al meglio alla ripresa, dopo la sosta che seguirà la partita con il Cagliari. Comunque questo non cambia il nostro obiettivo: dobbiamo fare punti contro tutti».

Con Chievo, Atalanta e Inter, l’Hellas ha ritrovato il gioco e confermato una crescita partita da lontano, ma le sconfitte inanellate hanno tolto ossigeno al Verona. Il Cagliari, che molto ha speso sul mercato ma che, per ora, ha raccolto poco, è un avversario colmo di qualità inespresse: «Sono avvantaggi­ati – dice Pecchia –, si presentano con un anno in più in Serie A. Troveremo un ambiente caldo, uno stadio che li spingerà, ma noi dovremo avere personalit­à».

Ci sono delle certezze, nel Verona di scena alla Sardegna Arena. Pecchia punta sulla continuità. Per questo il 4-4-2

che ha garantito compattezz­a sia a Bergamo che con l’Inter è un modulo da riproporre a Cagliari. Gli interpreti saranno forzatamen­te diversi e stavolta è pronto a iniziare Giampaolo Pazzini, con Pecchia che chiarisce: «Attenzione, non è che il Pazzo giochi perché manca Kean. Non è così, è riduttivo pensarlo, sia nei suoi confronti che nei miei. Il compito che

ho è farlo rendere al meglio. Ci siamo parlati: il suo successo è il mio successo, perché voglio un Pazzini goleador, che segni 10 reti su azione».

Il capitano, infallibil­e fin qui dal dischetto, testa l’intesa, nel duo d’attacco, con Alessio Cerci, in evidente ascesa sul piano della forma: «Da lui mi aspetto molto. Come Pazzini, ha tanta esperienza. Con l’Inter, quando il Pazzo è entrato, si sono cercati e si sono mossi bene. In campo parlano la stessa lingua». La lingua del gol e della classe: sono questi gli ingredient­i che il Verona ha messo in stiva nell’aereo con cui ha raggiunto Cagliari. Cucinarli insaporend­o a piacere è il modo per rialzarsi subito.

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Terminali d’attacco Alessio Cerci con Giampaolo Pazzini

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