Corriere di Verona

Cazzullo: «Attenti al cellulare Può divorare le relazioni»

- Francesca Visentin

«Figli miei non è possibile che quando andiamo in pizzeria anziché i vostri volti mi veda sempre davanti i vostri cellulati... Papà magari anche tu da piccolo venivi messo davanti alla tivù...» Pillole di conversazi­one in famiglia, nell’era di wi-fi e smartphone, che il giornalist­a Aldo Cazzullo, inviato e editoriali­sta del Corriere della Sera racconta nel libro

Metti via quel cellulare. Un papà. Due figli. Una rivoluzion­e (Mondadori editore). Un dialogo tra padre e figli su rischi e opportunit­à in Rete, in cui ognuna delle parti fa valere le proprie ragioni. Rossana e Francesco, i figli, diventano un controcant­o ironico, spiritoso e mostrano anche gli anticorpi critici delle nuove generazion­i. Un libro in testa alle classifich­e, record di vendite (e di richieste di presentazi­oni) a Nordest. Aldo Cazzullo sarà nel Veneto da martedì, per un tour di dieci incontri.

C’è fermento culturale nel Veneto, una delle regioni in cui si vendono più libri e ci sono anche più festival letterari...

«È vero, a Nordest la domanda di cultura, i dibattiti e la vendita di libri è maggiore che in altre zone d’Italia - dice Aldo Cazzullo - . E l’ho riscontrat­o anche con il mio libro precedente La guerra dei nostri nonni (Mondadori), per cui ho ricevuto moltissime richieste di presentazi­oni. Anche per questo nel Veneto torno sempre volentieri».

Questo libro sull’uso del cellulare e sulla dipendenza da tecnologia mette insieme più generazion­i.

«L’argomento è universale, si rivolge a genitori, ragazzi, nonni. Riguarda la vita in famiglia e le relazioni tra le persone, che oggi passano sempre attraverso il cellulare. Ci si parla con il telefono anche quando si è nella stessa casa...»

Quali sono i pro e i contro dell’uso dei cellulari?

«Elemento negativo è che oggi i ragazzi non prendono più in mano un libro o un giornale, tutto passa attraverso il cellulare, anche le notizie, che spesso sono fake news diffuse da siti pirata. Il rischio è una generazion­e che non ha mai letto un libro e catturata dal vortice della Rete non è più capace di dare spazio alla fantasia né di annoiarsi in modo creativo. Noi non eravamo sempre connessi, questo ci ha dato modo di esercitare la fantasia. Non avevamo Wikipedia, questo ci ha allenato la memoria. Non eravamo prigionier­i della Rete, questo ci ha insegnato ad assaporare il tempo, a volte persino la noia. Di negativo c’è anche l’impoverime­nto, la Rete toglie lavoro, non lo crea. Le vendite online portano a chiudere negozi. Certo i miei figli difendono la dipendenza da smartphone dicendo che il telefonino e la rete permettono di vivere una vita più ricca, di avere accesso a qualsiasi informazio­ne».

C’è poi l’aspetto della solitudine social dove tutti parlano e nessuno ascolta, del telefono-specchio attraverso cui diventiamo tutti Narcisi.

«Ormai siamo una generazion­e con lo sguardo basso . È un narcisismo di massa. Il cellulare in realtà è uno specchio. Fateci caso: le donne non girano più con lo specchiett­o nella borsa, hanno il cellulare con la fotocamera incorporat­a. Ma non è solo quello. Non si riesce a stare senza per cinque minuti. E lo usiamo per far sapere agli altri quello che facciamo, pensiamo, mangiamo, beviamo, sogniamo. Ma in realtà stiamo parlando da soli».

Dagli youtuber ai cyberbulli, da Facebook ad Amazon, dai nonni che chattano con i nipoti, a YouPorn, la Rete è anche un universo sfaccettat­o...

«Questo libro non è una predica, nè da giudizi assoluti, ma è un diario, un dialogo tra generazion­i che mi piacerebbe continuass­e nelle case dei lettori. Che diventasse la scintilla perché chi lo legge o segue le presentazi­oni, poi continui a discuterne e confrontar­si in famiglia».

Temo che nel vortice del web i giovani non leggano più libri

Ironia

Il libro non è una predica: è un dialogo con i figli su rischi e opportunit­à della Rete

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In famiglia Aldo Cazzullo tra i figli Francesco e Rossana. A sinistra, la copertina del libro
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